"NOI NON VOGLIAMO RIFARE LA DC: VOGLIAMO FARE IL MAZZO AI DS"

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INES TABUSSO
00lunedì 22 agosto 2005 00:29

"Noi non vogliamo rifare la Dc: vogliamo fare il mazzo ai Ds" (Giuseppe Fioroni,
responsabile enti locali della Margherita, Corriere della Sera, 12 maggio
2005).


"E Beppe Fioroni, margherito di scuola andreottiana («Andreotti esce a testa
alta», disse quando il senatore a vita fu giudicato colpevole di mafia fino
al 1980, «reato commesso» ma prescritto), inorridisce: «Basta giustizialismo.
I codici deontologici tacitano le coscienze ma non risolvono i problemi»".
(da l'Unità del 18 agosto 2005, Dite qualcosa di destra, di Marco Travaglio)




IL GIORNALE
14 AGOSTO 2005
«Mastella e Parisi giustizialisti ammuffiti»
- di Luca Telese -
da Roma

Non c'è nessuno meglio di Beppe Fioroni per monitorare gli umori dell'ala
popolare della Margherita. E, a sorpresa, il deputato centrista (reduce da
una vacanza «sanitaria» in Croazia) si sente tanto «epaticamente depurato»
(nel senso del fegato) quanto politicamente affranto per le polemiche intorno
al caso Unipol. La parola d'ordine? Difendere gli alleati ds anche rispetto
agli affondi dai compagni di partito.
Onorevole Fioroni, sul caso Unipol sta scoppiando una guerra di religione
fra Ds e Margherita?
«Aspetti che ci arrivo... Prima mi preme precisare che il dibattito sulla
questione morale a Ferragosto è un errore grave, sia per i politici sia per
i giornali».
Se le intercettazioni saltano fuori ora non è mica colpa nostra. Che dice?
«Poi ci arrivo... Qui c'è il rischio che si sviliscano i termini di una questione
complessa, sollevando un polverone che riguarda non solo il ceto politico,
quanto tutti i cittadini».
Dunque il merito delle intercettazioni passa in secondo piano rispetto al
problema di metodo sollevato dalla loro pubblicazione?
«Al tempo! Non vorrei dividermi, come si fa in queste ore a sinistra, fra
la riproposizione di un ammuffito giustizialismo e un ipergarantismo eccessivo».
Il giustizialista ammuffito chi sarebbe? Di Pietro, Occhetto o Parisi?
«Non è il caso di fare un nome o un altro. A turno lo sono stati in tanti».
Facciamolo, invece, un nome, così si capisce meglio...
«Negli ultimi giorni? Sia Bertinotti, Mastella, che Parisi».
I Ds non li vuole citare perché ora sono sotto botta?
«Perché non mi pare che pecchino di giustizialismo, anzi: ne sono vittime».
Lei rimpiange l'egemonia della politica sull'economia?
«Io credo che la politica deve dettare le regole, e garantire i cittadini».
Ma per lei è opportuno o no che Fassino parli con il presidente dell'Unipol
come se fosse il suo «telefono amico»?
«Il problema è un altro: l'Unione oggi non si può dividere fra docenti e
discenti di buona o cattiva moralità. Anche perché di cattedratici in materia
ce n'è uno solo, si chiama Silvio Berlusconi».
Non è che se lei cita Berlusconi io mi dimentico della domanda su Fassino...
«Ci arrivo subito».
Meno male.
«L'etica informa tutto l'agire umano, deve informare anche la politica. Quanto
a Fassino io non vedo nulla di male nel fatto che il leader del primo partito
della sinistra italiana possa parlare al telefono con il presidente di uno
dei più importanti gruppi imprenditoriali di orientamento progressista in
Italia».
Ma le pare opportuno?
Al quotidiano del suo partito, Europa, pare di no...
«Dopo parlerò di Europa. Ci sono fattispecie di reato da imputare a Fassino?
Non mi pare. Allora gli faccio i miei complimenti per il suo augurio che
le telefonate siano divulgate, visto che non ha nulla da nascondere. Il resto
è solo un polverone sollevato ad arte».
Ancora non mi ha detto cosa pensa di quel che c'è nelle intercettazioni...
«Voglio dire un'altra cosa, prima: è inaccettabile che si pubblichino le
intercettazioni sui giornali. Chi di noi non ha qualcosa di cui potrebbe
spiacersi nelle sue conversazioni telefoniche?».
Anche lei, come Berlusconi, fa l'esempio delle parole d'amore della Falchi
e delle sue parole d'amore?
«Ho posto questo problema ben prima della Falchi e di Berlusconi».
Ma se fosse per questo, scusi, non si potrebbe più indagare su nessuno...
«Io invece gliela riassumo così: se ci sono fattispecie di reato non devono
andare sui giornali. Se non ci sono a maggior ragione non ci devono andare».
La sua intervista tranquillizzerà chi nei Ds sostiene che c'è un attacco
in corso da parte della Margherita.
«Non c'è nessun attacco».
Allora a chi si riferisce Europa quando dice che su l'Unipol e sulle scalate
occorre chiarezza?
«Non ai Ds. All'arroganza di certi imprenditori, che non rispettano regole».
Ma Fazio si deve dimettere o no?
«Non ho dubbi sulla sua moralità, ma non possono esistere cariche a vita»
E Parisi, quando ha criticato la nomina di Petruccioli alla Rai?
«L'ho detto e lo ripeto, quell'intervista è stata inopportuna».
Quindi l'attacco ai Ds c'è davvero, e viene dai prodiani?
«Quindi l'intervista di Parisi è una delle tipiche cose che non si dovrebbero
leggere, né ad agosto né mai».


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