dati sulla Ovada Alessandria
Per quanto di interesse, riporto un estratto di un articolo divulgativo che avevo scritto qualche mese fa per un periodico a diffusione locale:
(…)La linea Ovada-Alessandria, lunga 34 km, inaugurata nel 1907, è stata per molto tempo in bilico. Già all’inizio degli anni ’90 c’erano voci insistenti sulla sua soppressione (se n’era anche occupato fra l’altro Dino Crocco su Telecity). La linea per fortuna non è mai stata chiusa, ma il servizio ha sofferto drastici ridimensionamenti: non esistono più treni nei giorni festivi; nei feriali le partenze si sono molto ridotte: solo 4 da Ovada ad Alessandria e altrettanti da Alessandria ad Ovada, con l’ultima alle 17.45, sia pure con il servizio integrativo svolto dagli autobus Arfea; il sabato altri due treni in meno; treni fermi tutto agosto, con pullman sostitutivi che essendo obbligati ad un percorso molto più tortuoso (anche per il fatto che Castellazzo è sulla linea ferroviaria ma fuori dalla strada diretta) dilatano notevolmente i tempi di percorrenza. Inoltre, diversi periodi di crisi nera, con treni soppressi in serie per vari motivi tecnici e sostituiti da autobus molto precari, scarsi interventi in caso di nevicata che comportano il blocco di una linea che con qualche sforzo in più potrebbe funzionare più regolarmente. Tutto ciò ha portato a proteste e petizioni da parte del comitato pendolari, di singoli utenti e anche di sindaci e assessori dei vari comuni interessati. Ultimamente la puntualità è migliorata e le soppressioni improvvise di treni meno frequenti. E’ stata scongiurata la soppressione del servizio passeggeri, ma non la sua contrazione ai minimi termini.
Quello che forse, più di tutto, ha salvato la sopravvivenza della linea, è però, ancora una volta, un motivo economico: le Ferrovie hanno investito molti soldi in impianti d’avanguardia. Infatti, si è deciso di utilizzarla, in collegamento con la Genova-Acqui, per il traffico merci proveniente dal VTE di Genova Voltri, specialmente per i container di grandi dimensioni, che pare abbiano restrizioni d'accesso sulla linea dei Giovi. Così, oggi non capita più l’incrocio (nelle stazioni a doppio binario, essendo la linea a binario unico) dei pochi treni passeggeri rimasti: succede solo di incontrare un merci-portacontainer. La linea è stata una delle prime completamente automatizzata, con esercizio con Dirigente Centrale Operativo con sede ad Ovada, da dove vengono comandati incroci, scambi e passaggi a livello. Nelle stazioni intermedie, un tempo presenziate, non c’è più bisogno di nessuna presenza umana.
Così i trenini passeggeri (quasi sempre diesel, nonostante la linea sia elettrificata), malgrado tutto, vanno ancora. In meno di 40 minuti si attraversa un paesaggio piacevole, ricco di campi verdi o gialli, filari di alberi, viste sul fiume e sulle rocche nei dintorni. Un percorso tutto in pianura (la pendenza massima dei binari risulta dello 0,3 %), senza gallerie, che costeggia l’Orba nella prima parte e Bormida nella seconda. Anche se con qualche capannone in più rispetto al passato, un viaggio tranquillo e rilassante. I treni, oltre che gli ovadesi diretti ad Alessandria per studio e lavoro, raccoglie i passeggeri sia dei paesi sulla sponda sinistra dell’Orba, Rocca Grimalda e Predosa, che di quella destra, soprattutto Silvano, ma anche qualche utente da Castelletto, Capriata, e persino San Cristoforo e Lerma. I basaluzzesi che usano il treno preferiscono la stazione di Novi Ligure per la molto più elevata frequenza di treni della linea Genova - Torino; ma come distanza e facilità di parcheggio la stazione di Predosa sarebbe molto più comoda.
I treni più affollati sono quelli “degli studenti” da Ovada alle 6.45 e da Alessandria alle 13.42, spesso con più di 100 persone a bordo, ma anche il treno da Alessandria delle 17.45 è abbastanza frequentato. Ovviamente, nel periodo di chiusura delle scuole l’affluenza diminuisce molto. I mezzi utilizzati sono alternativamente i nuovi Minuetto e le vecchie littorine diesel bianche e azzurre, composto di un solo vagone. Spesso insufficiente, specialmente se vi capita una classe in gita scolastica, o un gruppo di boy-scouts, o, come l’anno scorso, una comitiva di 40 (!) suore cattoliche indonesiane che si spostavano nel loro pellegrinaggio da Castellazzo Bormida a Ovada Nord, da dove è facile raggiungere il convento delle Cappellette.
Sono convinto che se la linea fosse più considerata, con qualche treno in più e meno rischi di soppressioni improvvise, molti viaggiatori che usano la macchina si riaccosterebbero al treno, con vantaggi per le loro tasche, la loro tranquillità, e anche per l’Ente Ferrovie.
Intanto si sta procedendo ad opere “faraoniche” per eliminare alcuni passaggi a livello secondari in aperta campagna. Chissà perché invece non vengono eliminati i più importanti, come quello in corso Saracco ad Ovada o quello subito dopo Castellazzo che causano lunghe code (…)
Come ultimi aggiornamenti, potrei aggiungere che durante l’estate sono stati rifatti i marciapiedi ddelle stazioni di Ovada Nord, San Giacomo e Castellazzo. I treni Minuetto, così come quelli elettrici in genere, su questa linea si vedono sempre meno, quindi rimane la Aln diesel, da alcuni pendolari soprannominata “Il Naftone”.