CRISTOBAL BALENCIAGA...IL GENIO

C'era un ragazzino basco che sapeva rifare
i tailleur di Poirot per
la marchesa di Casa Torres.Diventò un sarto ascetico,costoso,intransigente:le sue modelle
erano brutte e chic,le sue tariffe esplosive,
le sue sfilate silenziose e ordinate come ceri-
monie religiose.E i suoi abiti erano bellissimi.

Invisibile come la Garbo.Geniale,creativo,schivo.
A suo agio solo con aghi,matite forbici.Non si af-
facciava mai alle sfilate,nemmeno alle sue.Nè si
faceva sedurre dagli applausi.Però piangeva da solo
commosso davanti alla bellezza. Timido e stupito,
restava nell'ombra,ma la moda per lui era tutto.

Sceglieva modelle brutte,austere,sprezzanti.Senza
gioielli nè orologi.In sottofondo mai un filo di
musica.Lo chiamavano il monaco della moda.Perchè
tra lui e la creazione,tra la raffinatezza e la
classicità,non voleva altro.Coco Chanel si spinse
più in là con i complimenti:"E' l'unico sarto,gli
altri sono solo disegnatori".Cristobal Balenciaga
non amava mondanità e compromessi. Credeva nella
semplicità,nella manica perfetta,nella leggerezza:
"Prima si cuce,poi si adorna".

La sua eleganza era cara,sobria,lussuosa.Il suo stile
non si modificò,se non in qualche particolare imper-
cettibile.Cambiò la figura femminile,inventò la silho-
uette Goya,servì e fece sognare tre generazioni di don-
ne,che adottarono le sus architetture,magari criticate,
ma sempre copiate. Sapeva fare vestiti,era il maestro
del taglio,uscì in silenzio dalla depressione per la
morte del suo amico e collaboratore,Wlady d'Anthianville,
quando vide che uh abito di una sua cliente aveva un
difetto sul collo e chiese:"Forbici".Il collo scostato
restò la sua ossessione,se si trovava davanti una signora
in tailleur con collo aderente,correva subito ad allargar-
glierlo,convinto che la testa fosse come un fiore.