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GioGM
00venerdì 21 maggio 2004 12:52
Scommesse: ecco i "codici"
Nelle telefonate Bettarini è il "Bello"

Il "Bello" e il "Parente". Sono alcuni dei nomignoli con cui alcuni dei protagonisti dello scandalo scommesse venivano chiamati nelle intercettazioni telefoniche rese note dagli inquirenti. Il "Bello" è Stefano Bettarini, della Samp. Il "Parente" è Salvatore Marasco, ex compagno di Bettarini ora in forza al Modena. Delneri, accusato da Ambrosino (del Grosseto) di opporsi alla combine di Chievo-Siena dello scorso marzo, viene definito "pezzo di m.".



Una delle telefonate in cui si fa riferimento a Bettarini è del 17 aprile scorso (ore 23,16) quando Salvatore Ambrosino parla con Luigi Saracino, "Gigino". Ambrosino dice a Saracino di riferire a Marasco (chiamato il "parente") che il giorno dopo deve chiamare il "bello" (Bettarini) che "ha sempre la speranza della coppa Uefa e ci rompe le pal...". Nella telefonata, sottolineano gli inquirenti, si allude alla partita Modena-Sampdoria (terminata 1-0) che si sarebbe dovuta giocare la settimana successiva. Secondo Saracino - proseguono i magistrati - restava certo che Marasco stava lavorando per il pareggio. Dagli accertamenti è emerso che Marasco ha contattato la sera del 18 aprile l'utenza del cellulare di Bettarini. "Si tratta dunque - commentano gli inquirenti - proprio della telefonata che Ambrosino aveva detto a Saracino che Marasco avrebbe dovuto fare al 'bello"'. Il 19 alla domanda di Ambrosino su cosa dice il "bello", Marasco dice che "è un casino" e che pure il Modena si è messo in una situazione critica e che è costretto a vincere tre partite su quattro. Ma quelli del Modena, aggiunge "non si vogliono muovere, dormono, non sono neppure interessati alla propria situazione critica" e in sostanza vogliono retrocedere.
Un'altra partita su cui si stanno concentrando i sospetti degli inquirenti è Chievo-Siena 1-1, giocata lo scorso marzo. Salvatore Ambrosino, giocatore del Grosseto che dall'inizio dell'inchiesta è tra i sospettati, definisce il mister dei clivensi Delneri "un pezzo di m.", perchè si oppone alla combine.
La sera del 23 aprile viene intercettata un'altra telefonata tra Ambrosino e Saracino da dove "si comprende come gli accordi volti a condizionare il risultato della partita Modena-Sampdoria siano in fase di definizione". Saracino comunica all'amico che l'indomani mattina "si muovono proprio quelli là". L'allusione è al fatto, commentano i pm, che "i protagonisti dell'accordo per combinare il risultato di Modena-Samp si sentiranno direttamente per definire il patto corruttivo". Aggiunge che lui e gli altri membri dell'organizzazione ("noi") hanno fatto avere un messaggio al "parente" e che "il parente" ha mandato a sua volta un messaggio al "bello". Secondo Saracino, Marasco ha inoltre detto (evidentemente a componenti societarie del Modena, osservano i magistrati) che "bisogna mettere mano alla tasca... se vogliono fare qualcosa", facendo così capire che il Modena dovrà versare denaro per ottenere un risultato favorevole. I pm ricordano che Marasco e Bettarini hanno giocato insieme nel Venezia, come Ambrosino e Marasco (nel Savoia). Dal 18 aprile al 12 maggio sono 28 i contatti telefonici tra i cellulari di Bettarini e Marasco.
Il 24 aprile alle 17,13 Ambrosino dice di aver saputo tramite due suoi amici che a Salerno "è tutto a posto" e che sono altre persone (definite "quelli là") che non vogliono "fare carte". Saracino dice poi ad Ambrosino che il giocatore del Modena Antonio Marasco comunichera' il risultato del Venezia del giorno successivo (Genoa-Salernitana terminerà 1-2, mentre il posticipo Venezia-Livorno finirà 3-2). Una conversazione definita importantissima è quella del 3 maggio (18,57) quando i due parlano di quello che hanno saputo direttamente da Marasco a proposito di Chievo-Modena 2-0. Dal contesto del discorso - affermano i pm - si comprende che Marasco e un dirigente del Modena ("il direttore suo") avevano concordato con il Chievo il pareggio, al punto che Marasco e i compagni erano scesi in campo con tutta tranquillita' ("noi perciò stavamo proprio fermi in mezzo, non ce ne fottevamo proprio"). L'accordo sembrava talmente certo che, spiegano i magistrati, allorchè il Chievo aveva segnato con Sala al 24' del secondo tempo Marasco e altri avevano subito pensato che alcuni calciatori, sia del Chievo sia del Modena, avevano evidentemente concordato un altro risultato. Tanto che Marasco e qualcun altro avevano dovuto richiamare 5 o 6 giocatori ("cinque sei di loro se li sono prelevati"). Lo stesso Marasco, secondo il racconto di Saracino, aveva avuto la certezza di un accordo diverso nel momento in cui, concesso il rigore al Modena, il portiere del Chievo "invece di menarsi dall'altro lato o stare fermo si è buttato". Marchegiani al 28' aveva parato infatti un calcio di rigore tirato da Milanetto. Secondo Marasco la rottura dell'accordo e l'improvviso voltafaccia - scrivono i magistrati - era dovuto essenzialmente al fatto che alcuni calciatori si erano accordati con la Reggina: di tale circostanza ne aveva avuto sentore in precedenza, tanto da averlo segnalato ad un suo dirigente, il "direttore" (testualmente: "il direttore è uno scemo e cinque sei di loro si sono presi i soldi dalla Reggina"). I pm sottolineano che nei minuti di recupero, al 47', accade uno "strano episodio", ai danni dell'attaccante del Chievo Pellissier cioè "del giocatore che aveva propiziato entrambi i gol della squadra veneta". Pellissier viene contrastato contemporaneamente da tre giocatori del Modena, cade a terra, viene colpito da uno dei tre con i tacchetti della scarpa, poi un altro giocatore con un piede gli sale sul ventre. "Si comprende - osservano i pm - che esisteva una particolare animosità nei confronti di Pellissier, tanto particolare da non potersi spiegare evidentemente solo alla luce dell'agonismo che caratterizza la partita di calcio".
Un altro accenno riguarda il Catanzaro. Il 16 aprile (22.56) Ambrosino dice di aver parlato con "quello di giù dove stavo io". E' verosimile che Ambrosino - spiegano i magistrati - parli del Catanzaro e non di altre formazioni del sud, come il Savoia, perchè nel corso del colloquio Saracino chiede al suo amico se possono stare tranquilli per il risultato del Catanzaro anche nell'eventualità che "quelli del Catanzaro non hanno messo mano al portafoglio", ricevendo una risposta positiva. Nella telefonata Ambrosino dice di essere assolutamente certo del risultato del Melfi nel senso della "periferia" (in gergo: vittoria in trasferta) del 18 aprile. La partita Palmese-Melfi finirà 2-3.




[Modificato da GioGM 21/05/2004 12.57]

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