Capitolo Undicesimo I DONI DELLE PAROLE DI SAPIENZA E DI CONOSCENZA

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MARIOCAPALBO
00martedì 27 marzo 2012 13:50
INDICE

Capitolo Undicesimo

  

I DONI DELLE PAROLE DI SAPIENZA  E  DI CONOSCENZA

 

"A uno viene concesso dallo Spirito

il linguaggio della sapienza;

a un altro invece....

il linguaggio di scienza" (1 Cor. 12,8) 

                                                               

INTRODUZIONE

 

San Paolo, nel suo testo ai Corinzi sui doni carismatici, presuppone l'esperienza quotidiana di queste manifestazioni divine. Le persone che fanno un'esperienza di vita nella Chiesa (intesa come corpo di Cristo) dove le manifestazioni carismatiche non sono abbondanti come a Corinto, spesso trovano difficile mettere insieme il significato di ciò che egli intendeva dire con le espressioni "linguaggio della sapienza" e "linguaggio di scienza".

 

   Questo capitolo si propone di esaminare ciascuno di questi doni sotto il profilo di ciò che sembra essere il loro potere principale per la vita della Chiesa. La Parola di Sapienza è considerata come parole pratiche, che forniscono indicazioni concrete per una situazione determinata, parole che aprono colui che ascolta (individuo o gruppo) alla grazia di Dio o che lo proteggono dal male. La Parola di Conoscenza viene studiata sotto l'aspetto della predicazione e dell'insegnamento ispirati.

 

    Si dovrebbero rilevare alcune cose:

    Il potere principale di ciascun dono, accentuato in questo capitolo, non esclude altri aspetti che qui non sono stati toccati.

    I doni provengono dallo stesso Spirito, il che sta a significare che le manifestazioni carismatiche tendono a mescolarsi le une alle altre e persino a sovrapporsi. Ad esempio, la predicazione ispirata o il dar consigli nello Spirito pare sfocino spesso in doni di rivelazione, come la lettura dei cuori. Ovviamente, una buona parte dell'attività carismatica non può essere messa in categorie esatte.

 

   Per il fatto che questi due doni sono tanto strettamente collegati a delle facoltà naturali - come il giudizio prudente, l'insegnamento solido o la predicazione potente - essi vengono trascurati da molti. Gli altri doni sembrano tanto più divini: il mistero delle lingue, la potenza della profezia, gli effetti della guarigione - mentre la Sapienza e la Conoscenza in confronto paiono luoghi comuni.

   Tuttavia, la loro incredibile importanza nella vita della Chiesa risulterà evidente dai seguenti fatti:

 

   Primo, il Regno dipende dalla fede e dalla fede nella predicazione: "E come potranno credere senza averne sentito parlare? E come potranno sentirne parlare senza uno che lo annunzi?" (Rm 10,14).

   Secondo, ogni giorno dalle labbra di ciascuno escono fiumi di parole. Tra queste vi sono parole pronunziate nello spirito umano: parole di adulazione, di autocompiacimento, parole oziose; abbiamo poi le parole dette in uno spirito critico: parole scortesi, che sminuiscono, parole che feriscono.

 

   Quanto sarebbe diverso se la maggior parte delle parole provenisse dallo Spirito Santo: parole di servizio, uscite da una mente rinnovata (Rm 12,2). Senza voler "annacquare" i doni, non è forse la Parola di Sapienza unita al discorso quella che solleva, consola, mette di buon umore e dà il senso dell'umorismo divino? E le Parole di Conoscenza non dovrebbero forse essere presenti spesso sulle labbra dei genitori quando parlano ai figli, e degli insegnanti di religione per i loro studenti?

 

   Questi doni, allora, si spargono in molte parti del corpo e sono in grado di sollevare e di santificare la facoltà più difficile di tutte, la lingua umana: "Se uno non manca nel parlare, è un uomo perfetto, capace di tenere a freno anche tutto il corpo" (Gc 3,2).

 

 

LA PAROLA DI SAPIENZA E - LA PAROLA DI CONOSCENZA

 

 

A)    Cerchiamo di capire questi Due Doni

 

1. PERCHÉ QUESTI DUE DONI SONO TRATTATI NELLO STESSO CAPITOLO?

 

    Sono trattati insieme perché si somigliano per molti aspetti: entrambi consistono nella conoscenza carismatica e si manifestano con parole che devono venir espresse. Inoltre, si possono capire meglio se li mettiamo in contrasto tra loro.

 

 

2.  IN QUALI ASPETTI QUESTI DUE DONI SONO SIMILI?

 

    Entrambi sono mezzi attraverso i quali Dio prima illumina l'intelletto della persona facendole capire qualcosa e quindi la aiuta a formulare quell’intuizione con parole che saranno una sorgente di grazia per chi ascolta. Entrambi i doni, quindi, consistono in due parti: prima, un’illuminazione e, seconda, l'espressione in parole di ciò che si è capito, destinate particolarmente a chi ascolta.

 

    Entrambi i doni includono la conoscenza naturale, ma elevata ad un livello che va oltre la capacità normale di chi parla e che è espressa in parole tali che hanno il potere di formare, proteggere o guidare sia la comunità sia l'individuo.

 

 

3.  PER QUALE MOTIVO QUESTI DONI SONO CHIAMATI "PAROLA DI …" E NON SEMPLICEMENTE SAPIENZA E CONOSCENZA?

 

    L'espressione "parola di" viene usata per dimostrare che:

 

a)   Non ci si arrende completamente al dono se non vengono pronunziate delle parole. Gli elementi carismatici non contengono solo un’illuminazione, ma anche la sua espressione in parole adeguate.

b)   Il dono non comprende tutta la conoscenza o la sapienza, ma solo quel segmento che chi ascolta ha bisogno di udire.

c)   I doni carismatici sono cosa distinta da quelli personali di sapienza e di conoscenza, poiché questi ultimi si riferiscono solo all'illuminazione interiore della persona che li riceve.

 

 

B)    Relazione dei Doni personali a quelli Carismatici di Sapienza e di Conoscenza.

 

4.  NON CI SONO ANCHE ALTRI DONI DELLO SPIRITO SANTO CHE SI CHIAMANO SAPIENZA E CONOSCENZA? CHE RELAZIONE HANNO CON I  DONI CARISMATICI?

 

    Esistono due serie di "doni dello Spirito Santo"; una è personale e santifica l'individuo, mentre l'altra è carismatica, destinata al bene della comunità.

 

    I doni personali della sapienza e della conoscenza aiutano la persona a penetrare il significato delle verità dottrinali e a vederne l'applicazione pratica alla loro vita. I doni carismatici consistono in parole pronunziate, che aiutano gli altri ad avvicinarsi a Dio.

 

 

5.  CHE RUOLO HANNO QUESTI DONI INTELLETTUALI E PERSONALI NELLE MANIFESTAZIONI CARISMATICHE DELLA PAROLA DI SAPIENZA E DI CONOSCENZA?

 

     Poiché i doni carismatici della Parola di Sapienza e della Parola di Conoscenza sono ispirazioni provenienti da Dio che guidano la persona a parlare in una maniera definita, chi agisce regolarmente sotto l'influsso dei doni personali dello Spirito Santo risulterà più disponibile a lasciarsi andare alle sollecitazioni carismatiche.

 

 

C)    Cerchiamo di capire la "Parola di Sapienza"

 

6.  COS'É LA "PAROLA DI SAPIENZA"?

 

    La Parola di Sapienza è un tocco passeggero di Dio attraverso il quale la persona viene messa in grado di dare un insegnamento attivo, diretto e pratico, che costituisce lo strumento di Dio per chi sta ascoltando. Tale insegnamento applica la conoscenza naturale e le verità della fede alla situazione. Ha lo scopo di aprire gli ascoltatori alla sapienza di Dio quando si tratta di risolvere una situazione, di reagire ad essa oppure di mettere a tacere un oppositore. É la parola giusta nei momenti opportuni o in casi di emergenza.

 

 

7.  É POSSIBILE AVERE QUALCHE ESEMPIO PRATICO DELLA "PAROLA DI SAPIENZA"?

 

    Ecco qui alcune situazioni dove opera il dono:

 

a)   Nei momenti in cui si devono prendere decisioni (sia individuali sia del gruppo di preghiera, in famiglia o in parrocchia). Quando le decisioni sono prese sotto l'influsso del dono carismatico, la persona o il gruppo si aprono all'aiuto di Dio. Quando invece si prendono al di fuori della guida di Dio attraverso questo dono, allora la persona o il gruppo restano in qualche modo chiusi al Suo aiuto.

b)   Nei momenti in cui cerchiamo consigli - quando cioè una persona presenta i fatti ad un'altra per chiederle aiuto e risolvere una difficoltà. Il consulente deve ricercare davvero la sapienza di Dio e la Sua volontà. Di solito, se si prega prima e dopo la seduta, qualche soluzione emergerà. La Parola di Sapienza non viene dettata: emerge gradatamente, mentre colui che consiglia si serve del dono più volte mentre Dio lo guida a rivolgere certe domande o investigazioni. Anche la persona interessata dovrebbe ricercare la Parola di Sapienza per conoscere quali fatti presentare.

Grazie a questo dono, è introdotta una dimensione nuova nell'attività di consigliare, che non consiste più soltanto nel dinamismo interiore della persona che cerca la felicità, ma nell'amore Provvido del Padre alla ricerca dei Suoi figli.

c)    Nei momenti di prova, quando l'opera di Dio è minacciata, sia all'interno dell'individuo sia nel gruppo, una Parola di Sapienza allontanerà l'ostacolo in quella situazione.

d)    Nei momenti in cui vi sono delle opportunità - le parole giuste possono aprire la persona allo Spirito di Dio o formare l'ambiente necessario ad una lunga serie di grazie e ad un lungo periodo di ricerche personali.

e)    Nei momenti di crisi - che si tratti di crisi personali o del gruppo - le parole date da Dio potranno sanare la situazione o fornire la guida necessaria.

 

 

8.  COME FA LA PAROLA DI SAPIENZA AD AIUTARE NELLE DECISIONI?

 

    Questo dono ci aiuta a conoscere la volontà di Dio dandoci la capacità di intuire in parte il Suo piano. Dio ha un piano per il Suo popolo: un piano assai ben definito. Vi sono attività che possono riguardare direttamente il Rinnovamento Carismatico (giornate di rinnovamento, conferenze, formazione di nuovi gruppi ecc.), oppure la Chiesa Istituzionale (come l'insegnamento del Catechismo), o ancora dei doveri quotidiani (come le opere di carità) e che Egli vuole che espletiamo.

 

   Vi sono poi altre attività apparentemente buone, ma che Dio non vuole che portiamo avanti perché vanno oltre le nostre risorse, perché sono frutto di ambizione umana oppure perché ci distrarrebbero dalle opere principali che Egli ha in serbo per noi.

 

   Con la Parola di Sapienza la persona o il gruppo arrivano a vedere quella parte del piano di Dio che hanno bisogno di conoscere proprio per poter seguire il Suo piano.

 

 

D)   I Fondamenti nella Scrittura per la Parola di Sapienza

 

9.  QUALI  ESEMPI CI OFFRE IL VECCHIO TESTAMENTO DELLA PAROLA DI SAPIENZA?

 

    Nel Vecchio Testamento la Parola di Sapienza più importante è stata pronunziata da Salomone quando fu chiamato a risolvere la disputa tra le due donne che lottavano per un unico bimbo (1 Re 3, 16-28).

 

 

10.  E CRISTO QUANDO HA USATO LA PAROLA DI SAPIENZA?

 

    Ecco alcuni esempi in cui impiega questo potere:

 

a)   L'indicazione pratica (data al giovane ricco) di vendere tutto quello che aveva per unirsi al Regno (Luca 18,22).

b)   Quando mise a tacere gli oppositori in Matteo 22,21 (date a Cesare quel che è di Cesare) e in Matteo 21,25 (quando chiese ai capi dei sacerdoti cosa pensavano del battesimo di Giovanni).

c)   La definizione del proprio ministero in Luca 12,14 ("O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?")

 

    In molte occasioni Cristo ha promesso ai Suoi discepoli queste speciali parole provenienti dal Suo Spirito: (Lc 12, 11-12): "Quando vi condurranno davanti alle sinagoghe, ai magistrati e alle autorità, non preoccupatevi di come discolparvi o di cosa dire; perché lo Spirito Santo v’insegnerà in quel momento ciò che bisogna dire" (cf. Mt 10,19; Mc 13,11).

 

 

11.  VI PREGHIAMO DI ELENCARE ALCUNE OCCASIONI IN CUI GLI  APOSTOLI HANNO USATO LA PAROLA DI SAPIENZA. 

 

    Ecco gli esempi principali:

 

a)   Al Concilio di Gerusalemme, nella decisione relativa alla questione dei pagani convertiti e alle prescrizioni della legge mosaica, il gruppo non solo impiegò la Parola di Sapienza per risolvere tale controversia, ma ebbe la piena consapevolezza di far uso di quel dono speciale che era stato loro promesso: "Abbiamo deciso, lo Spirito Santo e noi, di non imporvi nessun altro obbligo al di fuori di queste cose necessarie: astenetevi dalle carni offerte agli idoli, dal sangue, dagli animali soffocati e dall’impudicizia. Farete quindi cosa buona a guardarvi da queste cose. State bene" (Atti 15, 28-29).

b)   Pietro e Giovanni usarono questo dono davanti ai leader Ebrei quando risposero: "Se sia giusto innanzi a Dio

obbedire a voi più che a Lui, giudicatelo voi stessi; noi non possiamo tacere quello che abbiamo visto e ascoltato." (Atti 4, 19-20).

c)   Il dono venne usato nella soluzione del problema degli ellenisti contro gli ebrei, attraverso l'ordinazione dei diaconi: "Cercate dunque, fratelli, tra voi sette uomini di buona reputazione, pieni di Spirito e di saggezza, ai quali affideremo quest'incarico. Noi, invece, ci dedicheremo alla preghiera e al ministero della Parola" (Atti 6, 3-4).

 

 

12.  VI SONO ALTRI TESTI NELLA SCRITTURA CHE DIMOSTRINO LA CONSAPEVOLEZZA DI QUESTO DONO CARISMATICO DA PARTE DEI DISCEPOLI?

 

    Paolo manifesta una consapevolezza assai esplicita del dono della Saggezza:

 

    Egli dichiara apertamente che la sua predicazione avveniva attraverso questo dono: "Anch'io fratelli, quando venni tra voi, non mi presentai ad annunziarvi la testimonianza di Dio con sublimità di parola o di 'sapienza' ... La mia parola e il mio messaggio non si basavano su discorsi persuasivi di sapienza, ma sulla manifestazione dello Spirito e della Sua potenza" (1 Cor 2, 1;4).

 

 

E)    Cerchiamo di capire la Parola di Conoscenza

 

13.  COS'É LA PAROLA DI CONOSCENZA?

 

    La Parola di Conoscenza è una manifestazione passeggera della presenza di Dio attraverso cui la persona viene messa in grado di spiegare delle verità divine con chiarezza ed unzione. Ella diventa capace di applicare l'insegnamento tradizionale ad un contesto nuovo, oppure di servirsi di esempi naturali per spiegare i misteri della fede. Questo dono aiuta l'ascoltatore a capire Dio e la Sua attività in mezzo agli uomini.

 

 

14.  QUALI SAREBBERO ALCUNI IMPIEGHI PRATICI DI QUESTO DONO?

 

    In primo luogo, il dono viene usato nella predicazione e nell'insegnamento ed eleva le capacità naturali ad un nuovo livello di fede. La cosa è di importanza estrema, perché il Regno di Dio si costruisce innanzitutto con la predicazione e l'insegnamento, che possono generare la fede.

 

    Questo dono aiuta la persona ad entrare nella mente di Dio, a parlare secondo i Suoi piani e a toccare i cuori con la Sua potenza. Qui di seguito illustriamo diversi esempi di come esso venga impiegato nella predicazione:

 

a)   Nella scelta degli argomenti, in modo che il predicatore è guidato da Dio verso quelle parti dell'insegnamento cristiano che rispecchiano le necessità del gruppo.

b)   Nel presentare il messaggio in maniera convincente a seconda della cultura, delle speranze, dei problemi e delle necessità del gruppo. Lo Spirito "cuce su misura" ogni messaggio, anche se il tema può essere lo stesso.

c)   Nel fornire la potenza che smuoverà la volontà ad avere fede. La fede resta sempre e dovunque un dono libero e gratuito di Dio che Lui solo, e nessun altro, (neppure il predicatore più dotato), può concederci. Tale potenza accompagna la predicazione in cui Dio agisce attraverso i Suoi doni.

d)   Nello smuovere i sentimenti (come le lacrime). I discepoli in viaggio verso Emmaus testimoniarono che questo potere era presente nell'insegnamento di Cristo, perché il cuore gli bruciava in petto (Luca 24,32). La predicazione non dovrebbe portare solo alla fede, ma toccare anche i sentimenti - non certo nelle false emozioni di una folla incitata, ma nei moti veri prodotti dall'esperienza della presenza e della potenza di Dio. Tale esperienza autentica non potrà mai essere programmata da persone astute, ma potrà essere facilmente prodotta da un oratore aperto a questi doni carismatici.

 

 

F)    I Fondamenti nella Scrittura della Parola di Conoscenza

 

15.  QUALI SONO GLI ESEMPI PIÙ RILEVANTI DELLA PAROLA DI CONOSCENZA NEL VECCHIO TESTAMENTO?

 

    Proprio nel racconto della creazione il Vecchio Testamento inizia con una Parola di Conoscenza ben definita. In questa semplice storia sono messi in chiaro molti insegnamenti dottrinali:

 

a)   Il vero Dio non è la luna, il sole o le stelle, perché è Lui ad aver creato tutte queste cose.

b)   Non è neppure un uomo, sebbene questi abbia una posizione unica nella creazione e una speciale somiglianza col suo Creatore.

c)   L'uomo si è estraniato da Dio per volontà propria e non perché in origine fosse quello il piano inteso da Dio per lui.

 

    Nei racconti della Genesi troviamo esposte molte altre verità riguardanti Dio e l'uomo, che sono un eccellente esempio della Parola di Conoscenza impiegata per dare un insegnamento dottrinale.

    Il dono di questa parola fatto al popolo ebreo, che giungeva loro attraverso i suoi leader e i suoi autori, lo ha portato ad un grado della conoscenza di Dio e delle Sue vie assai più elevato di quello raggiunto da tutti gli altri popoli vicini, anche se questi potevano essere più progrediti di loro in altri campi della conoscenza. Ciò vale in particolare per le dottrine fondamentali: l'unicità di Dio, la Sua trascendenza, il Suo interesse ed amore per l'uomo ed il Suo potere sovrano su tutta la creazione.

 

 

16.  QUALI SONO ALCUNI ESEMPI DELLA PAROLA DI CONOSCENZA NEL NUOVO TESTAMENTO?

 

   Tutte le parabole usate da Cristo sono esempi della parola di conoscenza: sono cioè le parole adatte per far comprendere un insegnamento dottrinale o morale.

   Il discorso della montagna (Mt 5, 1-12) e il nuovo insegnamento sul divorzio (Mt 19, 1-9) costituiscono un esempio di questo nuovo modo di interpretare le richieste di Dio e la vita nuova dei cristiani.

 

   Ciascuno dei racconti evangelici si appoggia con forza alla Parola di Conoscenza, poiché gli autori cercano di spiegare Cristo a un pubblico o a una cultura determinata. Giovanni in particolare, servendosi del concetto greco di "logos" per descrivere Cristo, faceva in modo che il messaggio potesse venire recepito anche in ambienti nuovi.

 

 

17.  NEGLI ATTI DEGLI APOSTOLI, QUALI ESEMPI TROVIAMO DELL'USO DELLA PAROLA DI CONOSCENZA DA PARTE DEGLI APOSTOLI STESSI?

 

    Ecco alcuni esempi di rilievo:

 

a)    Il discorso di Pietro nel giorno di Pentecoste, quando espose il piano di Dio nella storia di Israele e interpretò per l'uditorio i recenti avvenimenti della morte, risurrezione ed ascensione di Cristo e dell'invio dello Spirito Santo. (Atti 2).

b)    Il suo discorso per la guarigione dello storpio, nel quale interpretò ancora gli eventi della Sacra Scrittura (Atti 3).

c)    Stefano era consapevole che il suo insegnamento avveniva nella potenza dello Spirito Santo (Atti 7,51).

 

 

18.  QUALI ALTRI ESEMPI TROVIAMO NEL NUOVO TESTAMENTO, RELATIVI ALL'IMPIEGO DELLA PAROLA DI CONOSCENZA?

 

    Gli esempi degli apostoli che attribuiscono la loro predicazione allo Spirito sono talmente numerosi che elencarli tutti è impossibile. In Efesini Paolo delinea il modo in cui egli usa questo dono:

 

a)   Dichiara apertamente di aver ricevuto una Parola di Sapienza riguardo a ciò che doveva predicare: "Per questo, (a me) Paolo, prigioniero di Cristo per voi Gentili ... come per rivelazione mi è stato fatto conoscere il mistero di cui più sopra vi ho scritto brevemente" (Ef 3, 1-3).

b)   Questo "mistero" riguardava i Gentili: "I Gentili cioè sono chiamati, in Cristo Gesù, a partecipare alla stessa eredità, a formare lo stesso corpo e ad essere partecipi della promessa per mezzo del vangelo" (Ef 3,6).

c)   Egli attribuisce a questo dono il suo intero ministero: "del vangelo, del quale sono diventato ministro per dono della grazia di Dio a me concessa in virtù dell'efficacia della Sua potenza" (Ef 3,7). Quindi Paolo è diventato ministro di Dio per Sua grazia, e attraverso l'esercizio dei Suoi poteri.

d)   Questa potenza che lo illuminava si estendeva ad ogni aspetto della sua predicazione: "(per) far risplendere agli occhi di tutti qual è l'adempimento del mistero nascosto da secoli nella mente di Dio, creatore dell'universo" (Ef 3,9). In altre parole, chiedeva a quella potenza di illuminare tutti gli uomini sui misteriosi disegni che per secoli sono rimasti nascosti in Dio.

e)   Paolo chiede alla gente di pregare per lui affinché abbia questo dono: "Pregate anche per me, perché quando apro la bocca mi sia data una parola franca per far conoscere il mistero del vangelo" ( Ef 6,19). Se Dio mette la Sua Parola sulle nostre labbra, potremo far conoscere il Suo messaggio con efficacia.

 

 
MARIOCAPALBO
00martedì 27 marzo 2012 13:50

G)   Sapienza e Conoscenza innanzitutto come Doni per "capire" e "insegnare"

 

19.  QUAL É LA DIFFERENZA TRA PROFEZIA E PAROLE DI SAPIENZA E DI CONOSCENZA?

 

    Sono entrambe messaggi per la comunità o per l'individuo dati sotto l'ispirazione di Dio. Le differenze tra la profezia e gli altri due doni sono:

 

    La profezia:

 

a)     É un dono più potente.

b)     É in grado di entrare nella mente di Dio.

c)     Può riguardare argomenti del tutto sconosciuti alla persona che usa il dono.

d)     Trae la sua potenza dal fatto di essere un messaggio che proviene da Dio.

 

    Gli altri due doni:

 

a)     Non hanno la stessa potenza della profezia.

b)     Non presumono di entrare nella mente di Dio.

c)     Presentano il messaggio servendosi di materiale conosciuto per vie naturali.

d)     La loro potenza deriva dalla chiarezza, dall'unzione o dalla presentazione che vanno oltre le capacità naturali dell'oratore.

 

 

20.  QUESTI DONI RIGUARDANO IN QUALCHE MODO LA "CONOSCENZA NON NATURALMENTE ACQUISITA", COME AD ESEMPIO LA RIVELAZIONE DI ALCUNE PARTI DELLA VITA DI UNA PERSONA, PASSATE O FUTURE?

 

   Questi doni non toccano direttamente argomenti sconosciuti poiché, a dire il vero, quello è il ruolo del ministero profetico. Sono invece doni che spiegano ed insegnano. L'elemento carismatico qui sta nel fatto che la conoscenza naturale è usata in un modo che va oltre la normale capacità dell'oratore.

 

   Può accadere, ad esempio, che una persona sia guidata a dare una spiegazione chiara e potente di una verità semplice (come nell'insegnamento della "Vita nello Spirito"), oppure che si senta portata a predicare qualcosa su cui non pensava di parlare. In questo ed in altri casi, l'elemento carismatico di Dio sta nella chiarezza, l'unzione, la semplicità e la scelta dell'argomento dell'insegnamento o del consiglio.

 

   Questi doni tuttavia non comprendono la "rivelazione diretta" nel senso di venire a conoscere, per mezzo dell'attività divina, cose che non si conoscevano attraverso la conoscenza naturale. Al contrario, la persona per mezzo di questo dono viene portata a dire cose che già conosce. L'elemento carismatico è che ella espone quelle parole in un dato momento di una situazione definita e in un modo specifico. Talvolta si rende conto solo in seguito di come Dio l'abbia usata.

 

    Alcuni usano la frase "Parola di Conoscenza" per riferirsi al discernimento di quell'attività di Dio che non si viene a conoscere coi mezzi umani, come nel ministero della guarigione.

 

   Poiché tutti i doni provengono dallo stesso Spirito, resta difficile dividere in categorie il tipo esatto dell'attività divina. Pare tuttavia che gli aspetti dei carismi relativi alla "rivelazione" facciano parte del dono profetico.

 

 

21.  CHE RELAZIONE HANNO QUESTI DUE DONI CON IL COSIDDETTO "INSEGNAMENTO NORMALE" DELLA CHIESA?

 

    La Chiesa ha certamente bisogno di un insegnamento fondamentale delle verità e dei valori cristiani, e quindi dedica molte risorse per addestrare sacerdoti, religiosi e laici ad "insegnare a tutte le nazioni" il modo normale di comunicare le verità di un dato insieme di dottrine.

 

   Questi doni carismatici di insegnamento si basano sulla conoscenza normalmente acquisita, ma vanno oltre. Attraverso di essi Dio agisce sull'oratore, ed allora a chi ascolta vengono comunicate luce, capacità di capire e motivazioni, che poi lo condurranno alla fede, alla conversione e alla ricerca di Dio.

 

    Un principio cattolico fondamentale asserisce che Dio riserva a Se Stesso la comunicazione della grazia; ed è proprio l'attività di Dio durante questo tipo di insegnamento a contenere in sé il potere di smuovere i cuori.

 

        

22.  ESISTONO ESEMPI DI QUESTI EFFETTI NELLA SCRITTURA?

 

   L'esempio principale è costituito dall'insegnamento dello Stesso Gesù, poiché il vangelo riferisce spesso la reazione degli ascoltatori:

 

a)     Gli apostoli che affermano che Cristo non parla più in parabole ma con chiarezza (Gv. 16,29).

b)     La persona tra la folla che si sentì ispirata a proclamare: "Beato il grembo che Ti ha portato" (Lc. 11,27).

c)     Le folle che consideravano Cristo come uno che parlava con autorità e non come gli Scribi e i Farisei (Mt. 7,29).

d)     I discepoli sulla via di Emmaus, i cui cuori ardevano in loro mentre il Signore parlava (Lc. 24,32).

 

 

H)   Arrendersi e crescere in questi Doni

 

23.  COME SI FA A PREPARARSI A RICEVERE QUESTI DONI?

 

    Vi sono diverse disposizioni fondamentali che preparano la persona a questo tipo di ministero:

 

a)    Una vita di profonda preghiera personale - specialmente la preghiera semplice, nella quale ella ascolta Dio come fa un bambino.

b)    Una fede abituale che Dio voglia rivelare la Sua volontà e guidare le nostre decisioni, talvolta anche in modo straordinario.

c)    Il desiderio di servire gli altri, senza l'ansia di voler controllare la gente o il desiderio ambizioso di essere ascoltati nelle decisioni.

 

 

24.  COME SI FA AD ARRENDERSI A QUESTI DONI?

 

     Primo, la persona deve voler sottomettere a Dio i propri talenti umani ed i propri pensieri. Se qualcuno è troppo attaccato alle proprie idee, o si vanta della proprie capacità di predicare, di dare consigli o di aiutare la gente nel prendere decisioni, potrebbe non voler sottomettere a Dio quelle capacità e quindi non permetterGli di insegnargli quella saggezza che si può ottenere solo con la preghiera.

    Secondo, la persona deve ricercare la volontà di Dio in ogni situazione. Questo desiderio sincero costringe le altre facoltà dell'intelletto, dell'immaginazione e della memoria a cercare l’illuminazione e le parole adatte.

    Terzo, il tocco carismatico di Dio arriva quale stadio finale, dopo che si è completata questa collaborazione umana (i doni carismatici non autorizzano certo alla pigrizia!)

 

 

25.  COSA SIGNIFICA CRESCERE IN QUESTI DONI?

 

    La crescita nella Parola di Conoscenza risulta in un insegnamento che diventa:

 

a)     Più unificato, man mano che le varie parti del messaggio cristiano vengono considerate in una più stretta relazione tra loro.

b)     Più semplice, poiché conta più sul potere di Dio che sulle capacità umane.

c)     Più potente, capace di smuovere anche chi è indurito.

 

    La crescita nella Parola di Sapienza risulta in:

 

a)     Una fede maggiore nel seguire la guida di Dio.

b)     Un più sollecito riconoscimento dei piani e delle motivazioni umane.

c)     Una capacità più profonda di capire l'attività divina sia nella propria vita sia in quella degli altri e della comunità.

 

    I carismatici usano spesso le espressioni: "Il Signore ci ha mostrato" oppure: "Il Signore ci sta insegnando". Nella maggior parte dei casi si riferiscono alla Parola di Sapienza o di Conoscenza, questi doni potenti di Dio attraverso i quali Egli stesso ci insegna.

 

 

26.  COME SI FA A CRESCERE IN QUESTI DONI?

 

    Sono necessarie le seguenti condizioni:

 

a)    Non porre limiti a quanto il Signore farà tra il Suo popolo.

b)    Continuare a confidare nella sapienza divina, rifiutandosi di tornare ai precedenti metodi per risolvere i problemi (come gli atteggiamenti non cristiani),

c)    Essere pazienti, poiché sappiamo che la sapienza divina produce frutti duraturi.

d)            Credere che solo la Parola di Dio potrà costruire la casa o essere utile al Regno.
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