Distretto 7, un nuovo commissario

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(Rosy)
00martedì 4 settembre 2007 19:20
Distretto 7, un nuovo commissario
Arriva Massimo Dapporto: le novità

Al via su Canale 5 Distretto di Polizia 7 in onda dal 6 settembre 2007 alle 21.00. La regia delle nuove puntate è di Alessandro Capone. I ragazzi del X°, un po’ diffidenti e incuriositi dal nuovo commissario (Massimo Dapporto) sono colpiti dalla sua tenacia e umanità. Di momenti difficili ce ne saranno molti. Marcello Fontana, anni di esperienza in Calabria, coinvolgerà tutto il Distretto nella lotta alla ‘ndrangheta

Nel cast: Simone Corrente, Giulia Bevilacqua, Francesca Inaudi, Enrico Silvestrin, Daniela Morozzi, Gianni Ferreri, Marco Marzocca e Roberto Nobile a cui si aggiungono, oltre Massimo Dapporto: Max Giusti, Elisabetta Pellini, Giorgio Colangeli, Raffaella Rea, Franco Travisi, Carlo Danilo Nigrelli, Stefano Guglielmi e Carlo Greco.

È una giornata cominciata come tutte le altre: l’ispettrice Irene Valli (Francesca Inaudi), in ritardo come sempre, ha ancora il problema di conciliare una complicata vita da poliziotta, single con nipote a carico, all’aspirazione di costruire una vera famiglia con l’ispettore Alessandro Berti (Enrico Silvestrin). Sono entrambi innamorati ma spaventati da un rapporto che ogni giorno diventa più serio. Forse è per questo che Irene precipita le cose, l’incertezza e l’attesa l’esasperano, se devono saltare la linea tanto vale che lo facciano subito.

E sempre per paura l’ispettore Berti si tira indietro cadendo – chissà? – nelle mire della dottoressa Tiziana (Elisabetta Pellini), un medico legale dolce e sensuale, un nuovo personaggio che da quest’anno collaborerà con il Distretto.
Una giornata qualsiasi, ma anche una giornata speciale: sicuramente speciale per Luca Benvenuto (Simone Corrente), appena promosso ispettore. Lui e l’agente scelto Anna Gori (Giulia Bevilacqua) sono andati a vivere insieme e il loro rapporto di amicizia si è stretto ancora di più. Hanno l’affiatamento e la confidenza di una coppia sposata, quando in realtà entrambi sono ancora alla ricerca d’amore. Del principe azzurro che potrà renderla felice come nelle favole, Anna.

Di un affetto di natura diversa, Luca. Le traversie che ha dovuto affrontare nella serie precedente lo hanno maturato e, conciliatosi col padre sull’arduo tema dell’omosessualità, gli hanno reso quella sicurezza che a volte un po’ gli mancava. Insomma, il novello ispettore adesso si sentirebbe pronto per fare da padre a sua volta. Una giornata “litigarella” per il sovrintendente Giuseppe Ingargiola (Gianni Ferreri) e per l’agente Vittoria Guerra (Daniela Morozzi). Appena rientrati dall’appassionante crociera che ha coronato il loro percorso d’amore, devono fare i conti con le fatiche del quotidiano: eppure è proprio nello sforzo e nell’energia che usano insieme per risolvere i problemi che i due trovano la loro ragione per vivere. E se è così, perché non unire le loro vite per sempre?

Di parere positivo è il vice-sovrintendente Ugo Lombardi (Marco Marzocca): la pubblicazione del suo manoscritto e la partenza della suocera un po’ troppo ingombrante gli hanno restituito la felicità familiare messa a dura prova nella serie precedente. Ma quanto durerà? Anche perché Lombardi scalpita, il successo del libro gli ha dato la forza di osare: non ne può più di essere segregato in guardiola e la prima cosa che chiede al nuovo commissario è una promozione. Magari in archivio, gli andrebbe bene anche condividere lo spazio con Antonio Parmesan (Roberto Nobile).

Ma non è detto che al sovrintendente capo questa intrusione nel suo mondo ordinato stia bene. Una giornata sicuramente unica per Raffaele Marchetti (Max Giusti). Per lui è il primo giorno al Distretto e subito capiamo che il nuovo ispettore del X° fungerà da catalizzatore del gruppo. Simpatico, sincero, l’ansia che avrà nel farsi accettare si esprimerà nella sua capacità di ascoltare, intuire i problemi di tutti anche prima che gli vengano detti. E spesso risolverli con quella parola o quel sorriso che a tutti daranno la forza di andare avanti anche nei momenti più difficili.

Marcello Fontana (Massimo Dapporto), coinvolgerà tutto il Distretto nella lotta alla ‘ndrangheta. Un nemico infido, pronto a tutto pur di continuare a delinquere e portare avanti i suoi affari illeciti e miliardari. Avere la meglio sul boss calabrese Vincenzo Neri (Giorgio Colangeli) costringerà Fontana a mettersi in discussione anche su un piano personale e i suoi misteriosi incontri con una ragazza di cui nessuno sa nulla faranno crescere curiosità e sospetti nei suoi sottoposti. In realtà la ragazza è una collaboratrice di giustizia, Nina Neri (Raffaella Rea), che vive a Roma sotto falso nome proprio per non essere rintracciata da Vincenzo Neri, suo padre. Proteggere Nina, restituirle la dignità di una vita fuori dall’illegalità in cui è vissuta fino a questo momento, assicurarsi che le sue rivelazioni non vengano strumentalizzate e svuotate di tutto il carico umano che hanno, sarà il compito principale del nuovo commissario del X° Tuscolano.
E se per tutti Nina diverrà una persona di famiglia, per Marcello Fontana Nina, diverrà una seconda figlia e per questo quando si avvicinerà il momento di lasciarsi per entrambi sarà una prospettiva di sofferenza indicibile…
(Rosy)
00martedì 4 settembre 2007 19:21
dal sito di Sorrisi
Sono io il nuovo capo del Distretto
Dopo l'addio di Giorgio Tirabassi e Ricky Memphis, debutta alla guida del Decimo Tuscolano Massimo Dapporto, che da giovedì 6 settembre vestirà i panni del commissario Marcello Fontana. Sarà all'altezza del ruolo? «Sorrisi» lo ha chiesto al diretto interessato. Che ribatte: «È assurdo: oggi molte fiction sono recitate da attori improvvisati che un tempo avrebbero girato solo fotoromanzi»
30/8/2007
di Cinzia Marongiu

La rivoluzione era annunciata. Dopo l’uscita di scena di Ricky Memphis e di Giorgio Tirabassi, ovvero delle due colonne che hanno sorretto «Distretto di polizia» in tutti questi anni, non si poteva fare finta di niente. La voragine andava in qualche modo colmata. Così per la settima serie della fiction più longeva di casa Mediaset produttori e sceneggiatori si sono rimboccati le maniche e hanno chiamato in servizio due attori molto diversi tra loro nel fisico, nelle caratteristiche artistiche e nelle esigenze di copione. Uno è quel Max Giusti che da settembre continuerà a seminare buonumore e parodie in «Quelli che il calcio e...». L’altro è Massimo Dapporto, l’ex Giovanni Falcone di Raiuno ma anche l’ex pediatra di «Amico mio» e l’ex prete di «Casa Famiglia». Il primo sarà un ispettore single e un po’ mammone. Il secondo invece sarà il nuovo capo del Decimo Tuscolano, il commissario Marcello Fontana, «uno che viene dalla Calabria dove ha lottato contro la ’ndrangheta e che vorrebbe stare di più con la moglie e con il figlio down, ma non sempre ci riesce».
A loro il compito di non far rimpiangere gli assenti. Ci riusciranno? Nel frattempo «Sorrisi» ha voluto girare la questione a colui che nel bene e nel male ne sarà il maggior responsabile.
Su Internet il tam tam è già iniziato: «Dapporto sarà adatto? È troppo maturo per Distretto?» si chiedono. Lei questo problema se l’è posto?
«Vengo da molti mesi di lavoro sul set e continuerò fino a metà ottobre. Mi sembra che il mio personaggio stia venendo fuori discretamente. Vedo tante fiction in cui i protagonisti parlano ma non si capisce niente: sussurrano, vanno sul soffiato. Vengono dal “Grande fratello”, attori improvvisati. Lo chiamerei il neorealismo televisivo. Una volta De Sica prendeva gli attori dalla strada e ci costruiva intorno dei capolavori. Oggi invece ci si limita a fare dei fotoromanzi con il sonoro. Quindi che i giovani si chiedano se io sarò all’altezza o meno, non mi fa perdere il sonno. Dopo tanti anni di lavoro, so di esserlo come attore. Anzi, pensare di essere messo in discussione come interprete di “Distretto” mi fa proprio sorridere».
Che cosa intende per «fotoromanzi con il sonoro»?
«Quelli che vanno in onda verso l’ora di pranzo. Le soap opera, tipo “Vivere” e “Centovetrine”, fatte da attori che un tempo si sarebbero fermati ai fotoromanzi di “Bolero” perché c’era il buon gusto di farli stare zitti. Che dire? Il lavoro certo non manca. L’importante è che non si montino la testa».
In ogni caso ha dichiarato che sarà a «Distretto» fino al 2011.
«Non so chi abbia dato questa notizia. Ho un contratto rinnovabile di anno in anno. Può darsi che il prossimo anno non ci sia e che ritorni in quello successivo».
Teme le etichette?
«In questo lavoro per il pubblico vale sempre l’ultima cosa che hai fatto. Se tu dopo aver interpretato delle fiction lunghe e aver avuto dei buoni risultati, fai una pubblicità, la gente ti ricorda per quella. E magari ti ferma per complimentarsi per come dici la battuta sui confetti. L’etichetta poi ce l’hai sempre. A me è capitato quando interpretavo un medico o un prete. Ma ciò che mi preoccupa è quando rifacendo una serie ti accorgi di non avere più niente da dire. Tutto allora diventa stucchevole ed è meglio interrompere».
Dà l’idea di non amare granché la televisione. È così?
«Non mi piace quella degli ultimi anni. Sono stato fortunato a lavorarci negli anni Novanta. Poi dal 2000 è cambiato il gusto. O meglio, è stato addomesticato il gusto dei ragazzi cresciuti con un certo tipo di programmi. Nelle fiction c’è un vuoto abbastanza preoccupante di contenuti. Oggi per me la tv non è un fine ma un mezzo per farmi conoscere. Un mezzo che uso per ottenere risultati in teatro, come avere una sala piena di gente curiosa di vedere l’attore conosciuto in tv».
Anche le miniserie sono vuote di contenuti?
«Questo è tutto un altro discorso, più vicino al cinema. Magari ci fossero solo miniserie: sono più curate, meglio recitate».
Gliene hanno offerte di recente?
«Sì, ma ho declinato. Dopo aver fatto Giovanni Falcone, non me la sentivo di diventare Bernardo Provenzano. Mi sembrava assurdo».
Non ha paura di restare senza lavoro?
«Quello dell’attore è un mestiere precario. Ma io mi sono sempre dato da fare. Quando ero fermo con la tv, facevo teatro. E quando non lavoravo in tv o in teatro facevo il doppiaggio o gli adattamenti dei film. Erano periodi vuoti di soddisfazioni ma andavo avanti. Oggi la mia situazione è diversa. Se dovessi smettere di fare televisione, potrei permettermi di fare quattro mesi di teatro all’anno e poi passare il resto del tempo in vacanza sull’isola di Filicudi».
Perché mai Filicudi?
«Ci andavo tanti anni fa e quando ci sono tornato di recente l’ho trovata immutata. Ho comprato una vecchia casa di pescatori da dove vedo il mare. Lavoro dal 1971: mi sembra arrivato il momento di cominciare a stare tranquillo».
Prima com’era?
«Sempre agitato, preoccupato. Le spese, la famiglia, il figlio piccolo, la determinazione a non voler dipendere da mio padre».
C’è riuscito?
«Non gli ho mai chiesto nulla. Farlo sarebbe stato ammettere il fallimento».
Suo figlio Davide invece fa il regista e la dirige nella seconda unità di «Distretto». Come si trova?
«Bene. Ma quando siamo sul set lui è il regista e io l’attore.
Ascolto le sue indicazioni e cerco di seguirle».
Ha voglia di diventare nonno?
«Sì, davvero tanta. Infatti a Davide dico sempre: “Tu fai un figlio e non ti preoccupare. A crescerlo ci penso io”».
Invece?
«Ancora niente. Ogni tanto arriva con queste sventolone straniere. Brasiliane, giapponesi, polacche, ma sostiene di non aver ancora trovato la donna giusta».
Lei invece l’ha trovata, visto che è sposato da 36 anni. Mai una crisi?
«Ci sono state, ma le abbiamo superate».
Quindi si sente immune dalle sbandate che colpiscono gli uomini maturi che si invaghiscono di donne più giovani?
«Non mi sento immune, ma non credo che un nuovo incontro possa farmi lasciare la famiglia. Anzi, lo escludo totalmente. Ringrazio tutti quelli che ci sono passati perché mi hanno fatto capire che in fondo non cambia niente lasciare la propria moglie per un’altra».
In che senso?
«Puoi avere una passione per due anni, ma poi ritorna tutto come prima: stessi problemi, la noia, la ripetitività. Allora puoi benissimo avere una storia senza bisogno di fotografi intorno. Te la vivi e poi quando finisce, finisce».

(Tv Sorrisi e Canzoni n.36 - 2007)
gattadany
00mercoledì 5 settembre 2007 09:22
Qualcuna di voi lo segue?
Non ricordo se era Anna o Rosy, oppure entrambe. Comunque sono proprio curiosa di vedere cosa ci riserverà quest'anno. Con l'uscita di due personaggi storici della serie spero che il risultato rimanga comunque quello di sempre. Mi dispiacerebbe vedere una caduta come per altre fiction ( [SM=g1344336] )

Daniela
Sibi83
00mercoledì 5 settembre 2007 10:37
Pure io lo seguo!!! e sono proprio curiosa di questa nuova serie. anche se inizio male, la prima puntata non la posso vedere! è il videoregistratore è già prenotato....
gattadany
00giovedì 6 settembre 2007 23:56
Mi sono dimenticata di far partire il videoregistratore, chi di voi l'ha visto? Impressioni???

Daniela
mela64
00venerdì 7 settembre 2007 07:39
ho fatto un mini commento nel giornaliero.
ioandrei
00venerdì 7 settembre 2007 19:22
Anche io lo seguo in modo molto continuo.
Ho bisogno di più tempo per poter postare un commento, comunque dico che così, a caldo, non mi ha deluso
mela64
00venerdì 7 settembre 2007 22:02
A mio avviso, hanno tenuto lo spirito della serie, per quanto riguarda i personaggi è un discorso diverso;dipende molto dalla persona e da come recita e se ha una carica positiva che travalica lo schermo.
Staremo a vedere cosa ci riserveranno le prossime puntate.
ioandrei
00sabato 8 settembre 2007 20:31
Allora.
Ci sono una serie di considerazioni generali da fare.
La prima è - ovviamente - relativa al capovolgimento, quasi una rivoluzione copernicana, ai vertici del Distretto: un commissario uomo e non giovanissimo a ricoprire il ruolo che tradizionalmente è stato di una donna. Se pure mi si può obbiettare che c'è il precedente Ardenzi, rammento a tutti quanto non sia stato felice il disegno preparato per quel personaggio, e comunque era un volto noto. Un commissariato un po' al femminile e puntato molto su volti giovani si è improvvisamente trovato capovolto. Di certo la vociona un po' teatrale (troppo? forse un po' impostata?) e l'apparente puntigliosità del nuovo commissario dovrà fare un po' di rocambole per surclassare i sospire macerati della Scalise e le incertezze esistenziali della Corsi, oltre agli impacci di Ardenzi, che forse in pochi abbiamo notato, tutti troppo presi dalla morte di Belli e dall'esito della storia.
Quanto all'altra new entry Max Giusti, sembra chiedersi come mai sia in quel ruolo e per renderlo credibile gli hanno fatto interpretare il ruolo di un pacioso paesanotto che cerca di fare il simpatico.
Invece le coppie storiche sono assolutamente sopra (o sotto) le righe, come ho già detto. Incredibili e improntate alla Gianni e Pinotto o Franco e Ciccio, sembrano messi lì per distrarre rispetto alle storie, che altrienti sarebbero ancora più veloci: insomma, se non si addrizza il tiro sembrano un pleonastico condimento a latere.
Le storie della prima serata: di estrema attualità (mi vien da dire purtroppo) la questione della 'ndrangheta, anche se purtroppo buttata in pasto al pubblico in modo un po' troppo presto, evitando la suspance. Nel senso che poi altre dodici puntate di contrattempi e di inseguimenti per la soluzione agli ultimi dieci (anche meno) minuti forse sono lunghe. Poi hanno ripreso l'episodio di Tommy, pur edulcorato, e hanno ripreso quello dell'omosessualità e del branco. Conducendo le questioni in modo veloce, per fortuna senza le riprese alla Mezzogiorno di fuoco che ridicolizzavano la scorsa serie.
Insomma: è un po' il solito Distretto, o forse sta disperatamente cercando di esserlo, e per questo conta sullo zoccolo duro degli affezionati
gattadany
00martedì 11 settembre 2007 12:07
Ieri in seconda serata hanno dato la replica della prima puntata di Distretto così ne ho approfittato per guardare ciò che avevo perso.
E' presto per dare un giudizio ma ho sentito la mancanza di Ardenzi e Belli. Quello nuovo, Raffaele sarà l'attore od il personaggio ma come primo impatto non mi ha colpito. Irene e Alessandro, concordo con Ioandrei, non ci azzeccano proprio. Il caro ispettore Berti lo preferivo l'anno scorso ed Irene non mi faceva impazzire prima, dubito che lo faccia quest'anno. Comunque è solo la prima puntata, probabilmente cambierò idea. Il nuovo commissario non l'ho ancora inquadrato, l'attore è molto bravo a mio avviso e spero che il personaggio spero che sia all'altezza.
Il resto della squadra è sempre lo stesso, non sono cambiati. Diciamo che mi hanno fatto sentire a casa!

Daniela
(Rosy)
00venerdì 14 settembre 2007 14:43
Dati Auditel
A seguire gli episodi 3-4 della serie italiana “Distretto di Polizia 7”: il primo episodio “Corsa contro il tempo” (ore 21.25) ha ottenuto 5.841.000 spettatori (25,05%), il secondo episodio “Un gioco crudele” (ore 22.25) ha totalizzato 5.432.000 spettatori (28,71%)
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