Ovvero tutte le tendenze e gli album di qualità dell'ultimo decennio
Il mio amore per la musica anni sessanta/settanta aveva fatto sì che dimenticassi che in fondo la musica ha continuato ad evolversi, nuovi generi sono nati ed hanno soppiantato i precedenti.
Ogni epoca ha i suoi capolavori e se è vero che nel periodo aureo del rock 1964-1976 ce n'è stata davvero una sfilza, è anche da precisare che abbiamo avuto oltre trent'anni di tempo per riascoltarli, riscoprirli e rivalutarli. Così, album come Velvet Underground and Nico è stato rilanciato ad inizio anni settanta, ed un capolavoro come Berlin, di Lou Reed, è assurto per le masse al suo reale status solo di recente, complice anche il tour messo in atto dal grandissimo cantautore negli ultimi 2 anni.
Negli anni novanta davvero di roba di qualità ce n'è stata pochina; negli ultimi, invece, c'è a mio modo di vedere, una fioritura di cantanti, cantautori e gruppi di pregevolissima fattura e che già ci hanno regalato album che in futuro saranno ricordati.
Mi riprometto quindi di segnalarne qui i nomi, e se volete aggiungere o commentare non vedo l'ora di sentire i vostri pareri!
Partiamo:
Okkervil River.
E' un gruppo di folk-rock (Scaruffi li definisce country, ma non so su quale base), nato sul finire del secolo scorso.
Esordiscono con un paio di EP, oggi rari da trovare pure con il mulo, in cui gettano le basi per la loro musica.
Il primo album considerato tale è del 2002, s'intitola Don't Fall In Love With Everyone You See ed è un'opera molto gradevole. E' però col successivo Down The River Of Golden Dreams che fanno letteralmente un salto di qualità e definiscono il proprio genere fino in fondo.
Le liriche sono curate e molto profonde, le musiche trascinanti. Ogni brano sembra essere un degno singolo. Lo stile del gruppo fa sì che si alternino ballate coinvolgenti a rallentamenti vistosi, la voce del cantante tocca davvero molte corde. Da qui in poi, lo dico chiaramente, non temo il giudizio dei nostri due fustigatori musicali, il binomio fog/ozy.
Ritengo, infatti, che entrambi possano molto apprezzare gli ultimi 3 album di questo gruppo, davvero tutti molto belli.
Il loro terzo album stupisce: Black Sheep Boy è simile al precedente quanto a sonorità, ma è il clima che si respira ad essere mutato radicalmente. E' infatti un album cupo, malinconico, triste. Per molti è il loro capolavoro.
Dopo un disco così, era difficile riproporsi con successo e invece il quarto album degli Okkervil River, del 2007, è una sorpresa in positivo, di nuovo un disco splendido.
Le sonorità variano di nuovo: in The Stage Names spariscono le nubi di Black Sheep Boy e compare un'ariosità coinvolgente e scatenante.
Su tutte, Unless It’s Kicks, ma molti brani meritano davvero.
Un complesso davvero da tenere d'occhio, con buona pace di chi creda che i Radiohead siano l'unica grande realtà sfornata negli ultimi 15 anni.
Carlo Maria