Paul Cézanne

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"Palantir"
00martedì 10 febbraio 2004 15:30









Paul Cézanne


Nato nel 1839 ad Aix-en-Provence da famiglia agiata, intraprese gli studi di diritto, interrotti per seguire la propria vocazione artistica. Dal 1861 vive tra Aix e Parigi. Nel 1861 si recò per la prima volta a Parigi, dove frequentò l’Académie Suisse per prepararsi al concorso dell’Ecole des Beaux-Arts, dove non fu ammesso. Deluso, tornò ad Aix e fino al 1862 lavorò nella banca paterna. Negli anni seguenti visse tra Aix e Parigi, frequentò quelli che divennero poi i pittori impressionisti ed espose al Salon des Refusés. Continuò comunque ad inviare i suoi quadri al Salon, roccaforte della cultura artistica ufficiale, che sistematicamente li rifiutava. Le opere di questo primo periodo si distinguono per i toni cupi, per i pesanti impasti di colore e per l’irruenza con cui è trattata la materia pittorica (Il negro Scipione). Durante la guerra franco-prussiana del 1870 si trasferì con Hortense Fiquet, sua modella e poi moglie, all’Estaque, in Provenza. Tra il 1872 e il 1882 si svolse la cosiddetta “fase impressionista” di Cézanne, influenzata soprattutto dalla frequentazione di Pissarro. Nel 1872 raggiunse l'artista a Pontoise, quindi si trasferì a Auvers-sur-Oise ospite del dottor Gachet, amico dei pittori “nuovi” (sarà anche l’ultimo amico di Van Gogh). Nel 1874 partecipò, senza successo, alla prima mostra degli impressionisti con tre opere, tra cui La casa dell’impiccato ad Auvers e Una moderna Olympia. La sua partecipazione alle mostre del gruppo impressionista è limitata a due presenze: nel 1874 e nel 1877. Dopo questa data, praticamente si isola in Provenza non esponendo quasi nulla per circa vent’anni. Dal 1883 si ritirò in Provenza, concentrandosi sulla ricerca di una tecnica che prendesse le distanze da quella impressionista per esaltare, attraverso il colore, le volumetrie della forma. In questi anni rielaborò con insistenza gli stessi temi: visioni dell’Estaque, la montagna Sainte-Victoire, le molte nature morte, i ritratti della moglie (Madame Cézanne nella poltrona gialla, 1890-1894), motivi di vita quotidiana (Giocatori di carte, 1892 circa), le composizioni di Bagnanti (dal 1885). Le sue opere venivano apprezzate dai colleghi ma non ancora dalla critica; solo negli anni Novanta e agli inizi del Novecento arrivano i primi riconoscimenti: la personale del 1895 è un trionfo e così pure l’esposizione al Salon d’Automne del 1904 (nel frattempo ha partecipato al Salon des Indépendants del 1899, del 1900 e del 1902). Dal 1900, ammalato di diabete, rimane quasi sempre ad Aix-en-Provence. Negli ultimi anni di vita lavora a Le grandi bagnanti (1898-1905), grandiosa sintesi degli studi che sul soggetto aveva accumulato nei dieci anni precedenti.



"Palantir"
00martedì 10 febbraio 2004 15:36





Il negro Scipione

1866
olio su tela; 107 x 83
San Paolo del Brasile, Museu de Arte
Scipione era un modello molto noto tra gli allievi dell'Académie Suisse, la scuola di pittura frequentata dal giovane Cézanne a Parigi tra 1865 e 1870. Il dipinto, considerato il capolavoro giovanile dell'artista, testimonia l'influenza determinante di Delacroix per la sua formazione. Fu acquistato da Monet, che lo teneva appeso nella camera da letto.



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Louis-Auguste Cézanne

1866
olio su tela; 200 x 120
Washington, National Gallery
Il padre viene ritratto da Cézanne con in mano "L'Evénement", il giornale su cui Zola aveva violentemente attaccato l'arte ufficiale recensendo il Salon del 1866, e con alle spalle una delle sue nature morte (Tazza, zuccheriera e pere). Il padre, un uomo definito da Zola “beffardo, repubblicano, borghese, freddo, meticoloso, avaro”, aveva a lungo cercato di osteggiare la volontà del figlio di dedicarsi alla pittura, costringendolo per due anni a iscriversi alla facoltà di Legge.



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L'orgia

1867-1872 circa
olio su tela; 130 x 81
Collezione privata
E' uno dei soggetti erotici che, presenti nella pittura giovanile di Cézanne, spariranno nella sua opera dell'età matura. Il quadro, ispirato ai festini descritti da Flaubert in “Salambô”, tradisce molteplici riferimenti culturali, da Veronese a Delacroix, che permettono di fare luce sulle preferenze artistiche del pittore nei suoi anni di formazione.








"Palantir"
00martedì 10 febbraio 2004 15:42





Una moderna Olympia

1869-1870
olio su tela; 56 x 55
Collezione privata
Cézanne riprende anche nel titolo il riferimento al quadro di Manet, Olympia, che tanto scandalo aveva sollevato al Salon del 1865. Costruendo però la composizione orientata in profondità, e su un chiaroscuro fortemente accentuato, la carica ulteriormente di valenze pulsionali. La tematica erotica è abbastanza frequente nelle opere cézanniane degli anni di formazione.



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Pastorale

1870
olio su tela; 65 x 81
Parigi, Musée d'Orsay
Opera giovanile, chiaramente ispirata per quanto riguarda il soggetto (di difficile interpretazione), alla Colazione sull'erba di Manet, di cui Cézanne era grande ammiratore. Rispetto al modello però Cézanne si orienta verso una dimensione simbolica e visionaria estranea al pittore più anziano, accentuata anche dalla scelta di colori violentemente contrastati. Nella figura centrale vestita di scuro è forse riconoscibile un autoritratto del pittore.



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Veduta di Auvers

1873 circa
olio su tela; 65 x 81
Chicago (Illinois), Art Institute
Si tratta di un'opera incompiuta, nella quale l'artista non aveva ancora ottenuto la peculiare resa plastico-strutturale del paesaggio che lo caratterizzava (per questo motivo si è talvolta dubitato della sua autenticità). Il modello riprende la veduta 'a strapiombo' caratteristica dei paesaggi di Pissarro, cui era stato molto legato nei suoi primi anni parigini.









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00martedì 10 febbraio 2004 15:46






La casa dell'impiccato a Auvers-sur-Oise

1873 circa
olio su tela; 55 x 66
Parigi, Musée d'Orsay
Esposto alla prima mostra impressionista del 1874, il dipinto suscitò scandalo e scalpore, evocati da Leroy in una cronaca della mostra pubblicata sullo Charivari. Il quadro testimonia la fase di maggior vicinanza di Cézanne alla poetica impressionista, cui si era accostato attraverso l'amicizia con Pissarro, ma contemporaneamente dimostra la distanza tra il suo universo e la nuova pittura parigina.



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Autoritratto

1875 circa
olio su tela; 64 x 52
Parigi, Musée d'Orsay
L'opera risale al periodo di vicinanza del pittore al gruppo impressionista: l'anno precedente ha esposto alla mostra nello studio di Nadar, ha incontrato i protagonisti dell'arte di Parigi, dove si è deciso a recarsi periodicamente dal 1862, convinto dallo scrittore Emile Zola, suo amico d'infanzia e conterraneo. Cézanne eseguì autoritratti per tutta la vita, densi di autointrospezione psicologica, utilizzando anche se stesso come uno di quei 'motivi' ricorrenti nella sua pittura.



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Madame Cézanne nella poltrona rossa

1877
olio su tela; 72 x 56
Boston, Museum of Fine Arts
Il dipinto può essere datato con una certa precisione, perché il vestito indossato dalla moglie di Cézanne è un modello pubblicato nel 1877 sulla rivista "Mode illustrée" che la signora Cézanne leggeva. Esposto al Salon d'Automne nella retrospettiva del 1907 che lanciò definitivamente il pittore di Aix come 'padre' delle avanguardie, interessò il poeta Rilke che gli dedicò alcune pagine.







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00martedì 10 febbraio 2004 15:51






Cinque bagnanti

1885
olio su tela; 65 x 65
Basilea, Oeffentliche Kunstsammlung
Malgrado cominci ad ottenere qualche successo (nel 1882 un suo quadro è accettato per la prima volta al Salon è un periodo di grandi amarezze personali, soprattutto per motivi biografici. Reagisce rifugiandosi nella solitudine e nel lavoro, e porta avanti il ciclo delle Bagnanti, unanimemente riconosciuto come uno dei vertici della sua arte, nel quale voleva, per usare le sue parole, "rifare Poussin sulla natura."



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Il grande bagnante

1885 circa
olio su tela; 126 x 95
New York, Museum of Modern Art
La figura riprende isolandola una di quelle che avevano composto i gruppi di Bagnanti nei quadri dipinti attorno al 1875, dove si ritiene adombrasse la memoria delle giornate giovanili al fiume in compagnia dello scrittore Emile Zola, che rievocherà la stessa atmosfera nel romanzo L'opera (che provocherà la rottura con il pittore, offeso per essersi riconosciuto nel protagonista). E' evidente in opere come questa la memoria della scultura classica, da Cézanne costantemente studiata.



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La montagna Saint-Victoire dal grande pino

1887 circa
olio su tela; 67 x 92
Londra, Courtald Institute Galleries
La montagna calcarea che sovrasta Aix-en-Provence e domina la valle dell'Arc fu molto cara a Cézanne fin dalla giovinezza. cominciò a ritrarla nei suoi quadri fino dagli anni Settanta, quando (pur vivendo a Parigi) faceva frequenti visite al padre, ma dal 1878 diventa un motivo ricorrente.







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00martedì 10 febbraio 2004 15:55





Arlecchino

1888-1890
olio su tela; 92 x 65
Washington, National Gallery of Art
In alcuni quadri destinati a confluire nel Martedì grasso del Museo d'Arte occidentale di Mosca, Cézanne si dedica alla figura di Arlecchino, trattandolo con la grave e ingenua tristezza delle cosiddette Stampe di Epinal (illustrazioni popolari dell'Ottocento, molto diffuse tra le classi povere). Il figlio racconta come questa serie di quadri fu realizzata a Parigi, nello studio di rue du Val-de-Grace. Modello sarebbe stato lo stesso figlio Paul.



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Il grande pino
1889 circa
olio su tela; 84 x 92
San Paolo del Brasile, Museu de Arte
Dipinto a Montbriant nella tenuta di Conil, cognato di Cézanne. L'albero rivestiva, come rivela la corrispondenza con Zola, un grande valore affettivo per l'artista. Era infatti la meta delle passeggiate giovanili con lo scrittore.



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I bagnanti

1890 circa
olio su tela; 60 x 81
Parigi, Musée d'Orsay
Nella folta serie di opere dedicate da Cèzanne alle figure nude al bagno, questo dipinto è uno di quelli ultimi riferiti al corpo maschile. Il soggetto si svincola via via dalla memoria della statuaria classica riconoscibile nei primi dipinti della serie, dove (secondo un atteggiamento caratteristico di tutta la giovane pittura dell'Ottocento) aveva cercato di conciliare la tradizionale trattazione del nudo con l'interesse per la spontaneità delle pose antiaccademiche, per ricercare, come in questo quadro, una dimensione di corrispondenza plastico-cromatica tra i corpi nudi e il paesaggio







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00martedì 10 febbraio 2004 16:01





Madame Cézanne nella poltrona gialla

1890-1894
olio su tela; 116 x 89
New York, Museum of Modern Art
Nei ritratti di questi anni, particolarmente nella serie dedicata alla moglie Hortense, Cézanne tende ad abbandonare il tradizionale cubo prospettico alla ricerca di una nuova monumentalità che ha fatto parlare di una rivoluzione dello spazio pittorico analoga a quella di Giotto.



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Natura morta con bottiglia di liquore alla menta

1890-1894
olio su tela; 65 x 81
Washington, National Gallery
Cézanne continuò per tutta la vita a dipingere nature morte, fedele alla sua abitudine di ritornare costantemente sul 'motivo': dichiarò all'amico Gasquet che anche gli oggetti, come la natura, cambiano ogni giorno. In questo caso, l'accentuata bidimensionalità, rinunciando a rendere la profondità spaziale del tavolo, concentra l'attenzione sull'intrecciarsi di forme e colori.



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Madame Cézanne nella serra

1891-1892
olio su tela; 92 x 73
New York, Metropolitan Museum of Art
E' uno dei più famosi tra gli oltre venti ritratti che Cézanne dipinse della moglie, la modella Hortense Fiquet (sposata nel 1886 dopo una lunga convivenza e la nascita di un figlio tenuta nascosta alla famiglia paterna), ritratti che l'artista realizzava con estrema lentezza, superando di solito le centocinquanta sedute. In questo Cézanne ha tralasciato di dipingere alcune parti della tela, con un procedimento di non finito che sarà ripreso da pittori come Matisse.















"Palantir"
00martedì 10 febbraio 2004 16:16





Recipienti e piatto con frutta su un tappeto

1893-1894
olio su tela; 73 x 92
Collezione privata
Nelle nature morte di Cézanne si possono riconoscere spesso gli stessi oggetti da un quadro all'altro. Particolarmente amati dal pittore dovettero essere gli oggetti raffigurati in questo quadro, che ricorrono anche in moltissime sue opere nel corso degli anni, come il vaso dello zenzero avvolto nella corda, la zuccheriera, il recipiente verde.



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Due giocatori di carte

1893-1896
olio su tela; 45 x 57
Parigi, Musée d'Orsay
Il ciclo di cinque tele dei giocatori di carte fu eseguito ad Aix a partire dal 1890, e ogni versione fu preparata con numerosi studi di ritratto (nel personaggio a sinistra è stato riconosciuto il giardiniere di casa Cézanne, Père Alexandre), mentre la successione delle versioni vede un progressivo ridursi dei personaggi da cinque a due. L'impulso a realizzare questo ciclo venne al pittore dallo studio del quadro Giocatori di carte del pittore francese del Seicento Louis Le Nain, conservato nel Museo Granet di Aix.




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Amorino in gesso

1894-1895
olio su tela; 63 x 81
Stoccolma, Nationalmuseum
Cézanne utilizzò varie volte come modello per le sue nature morte il calco di questo Cupido attribuito allo scultore francese seicentesco Pierre Puget. Sia il mercante Vollard (che cominciò a trattare le opere di Cézanne proprio nel 1895) che il pittore Denis ricordano di aver notato la statuetta nello studio dell'artista durante le loro visite. In questo dipinto, l'Amorino serve a introdurre un elemento di torsione nello spazio 'analitico' che caratterizza le nature morte cézanniane.









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00martedì 10 febbraio 2004 16:19





Donna con caffettiera

1895 circa
olio su tela; 130 x 97
Parigi, Musée d'Orsay
Si ignora l'identità della modella (forse una delle persone di servizio della famiglia Cézanne), che comunque ricorre anche in altre opere dell'artista. Il ritratto è costruito secondo una modulazione geometrica dei volumi (si veda la trattazione della caffettiera e della tazzina) che lo rende una delle opere più significative di questo momento dell'arte cézanniana. Malgrado il figlio di Cézanne lo dica realizzato nel 1887, la critica moderna si è concordemente orientata verso una datazione più tarda.



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Tenda, caraffa e piatti con frutta

1895
olio su tela; 54 x 73
San Pietroburgo, Ermitage
La tendenza a dissolvere lo spazio prospettico tradizionale porta Cézanne a strutturare le proprie nature morte con una disposizione inquieta e vorticosa degli elementi, trascinati da un impulso centripeto (che in questo caso ha il proprio nucleo nella caraffa). E' l'anno in cui Vollard gli organizza la prima personale nella sua galleria.



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Il lago di Annecy

1896
olio su tela; 64 x 81
Londra, Courtald Institute Galleries
Nel 1896 Cézanne trascorse un periodo di vacanza con la famiglia nell'Alta Savoia, restando affascinato dal paesaggio alpino e dalla sua luminosità così diversa da quella calda della Provenza. Realizzò così alcuni dipinti, come questa veduta del castello di Duingt, sul lago di Annecy, visto dalle rive di Talloires.







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00martedì 10 febbraio 2004 16:32






Le grandi bagnanti I

1898-1905
olio su tela; 208 x 249
Filadelfia (Pennsylvania), Museum of Art
E' la tela più grande mai dipinta da Cézanne, che la elaborò per sette anni nello studio che aveva ai Lauves, ed è la prima delle tre versioni giudicate conclusive del tema delle bagnanti. La gamma dei colori è ridotta alle sfumature di ocra, lilla e verdi, mentre l'architettura del dipinto è scandita da due gruppi di figure, e due quinte arboree, che aprono una profondità centrale vuota. I dipinti delle Bagnanti saranno fondamentali per la storia dell'arte successiva, influenzando profondamente tutti i protagonisti delle avanguardie, da Matisse a Braque, da Ricasso a Moore.



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La rupe rossa

1900
olio su tela; 91 x 66
Parigi, Musée de l'Orangerie
Il paesaggio della campagna nei dintorni di Aix assume qui una struttura molto particolare. La roccia sulla destra, profilata contro l'azzurro del cielo, assume quasi il valore di una quinta teatrale, mentre la vegetazione del secondo piano è restituita attraverso un fitto mosaico di pennellate incrociate.



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Contadino seduto con bastone

1900-1904
olio su tela; 72 x 58
Collezione privata
L'identità del soggetto è sconosciuta. Si tratta probabilmente di un contadino di Aix, poiché il dipinto è stato realizzato dopo che nel 1899 Cézanne aveva venduto la proprietà del Jas de Bouffan (acquistata dal padre nel 1859), a pochi chilometri da Aix, che era stata soggetto di molte sue opere. I ritratti di questo periodo si caratterizzano per la solida struttura costruttiva, nella quale lo spazio sembra svilupparsi a partire dalla posa della figura, mentre la qualità sottile del colore testimonia la ricerca condotta dall'artista sull'uso dell'acquerello.






"Palantir"
00martedì 10 febbraio 2004 16:36




Il giardiniere

1901-1906
olio su tela; 63 x 52
Londra, Tate Gallery
Si tratta del giardiniere Vallier, che fu soggetto ricorrente nei ritratti degli ultimi anni di attività dell'artista, alla ricerca accanita di una sintesi tra la figura umana e il paesaggio che lo circonda. Il trattamento sciolto e leggero del colore dimostra la maestria raggiunta da Cézanne attraverso le esperienze fatte con l'acquerello.



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La montagna Saint-Victoire dai Lauves

1902-1904
olio su tela; 73 x 91
Filadelfia (Pennsylvania) , Museum of Art
Anche negli ultimi anni la montagna Sainte-Victoire rimane uno dei motivi preferiti dall'artista. La deformazione spaziale e prospettica che caratterizza la sua eversione dei canoni tradizionali è qui giunta a un punto essenziale che dà origine a una visione in cui le macchie di colore formano un mosaico a un passo dalla pura astrazione.



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Château Noir

1904
olio su tela; 73,7 x 96,6
Washington, National Gallery of Art
Gli ultimi anni di Cézanne lo vedono concentrato sulla ripetizione dei paesaggi che poteva osservare nei dintorni di Aix-en-Provence, variando appena, talvolta impercettibilmente, il punto di vista, mentre ricerca un’unità organica del paesaggio attraverso un trattamento del colore che ha fatto parlare di solidificazione dell'impressionismo. L'ambizione è quella di restituire la compattezza della forma attraverso la vibrazione del colore. Una ricerca che prelude alle incipienti rivoluzioni dell'arte delle avanguardie storiche. Lo Chateau Noir era un edificio di stile neogotico costruito nell’Ottocento vicino ad Aix, dove il pittore aveva uno studio.












"Palantir"
00martedì 10 febbraio 2004 16:38





I Lauves

1906 circa
olio su tela; 65,5 x 81,3
Washington, Phillips Collection
E' un'opera dell’ultimo periodo di Cézanne, quando la trattazione dei paesaggi provenzali amati e dipinti per tutta la vita si dissolve sempre di più in un baluginare di macchie di colore, trattato come puro pigmento. Si tratta di una veduta del giardino, presa dalla terrazza a sud dell'atelier, della tenuta ai Lauves, una località nei pressi di Aix, dove Cézanne possedeva uno studio.




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Il capanno di Jourdan

1906
olio su tela; 65 x 81
Roma, Galleria nazionale d'arte moderna
Incompiuto, è il quadro a cui Cézanne stava lavorando quando, il 15 ottobre 1906, venne sorpreso all'aperto da un acquazzone che gli provocò il malore dal quale sarebbe stato portato a morte otto giorni dopo. Il capanno, che si trovava nella località di Beauregard, apparteneva a un commerciante di Aix.





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