Revolutionary Road (Sam Mendes, 2008)

gippu
00giovedì 5 febbraio 2009 10:36
1955: Frank e April Wheeler, lui impiegato in una ditta di computer lei attrice fallita, si trasferiscono in una graziosa villetta al numero 115 di Revolutionary Road, New York. Ma vorrebbero di più.
Quarta regia di Sam Mendes, tratta dall’omonimo romanzo (1961) di Richard Yates, brillantemente adattato per il grande schermo dal giovane Justin Haythe. La Famiglia Normale che si crede Speciale, o vorrebbe diventarlo; tutte le nevrosi e le frustrazioni che derivano dal fallimento, in una coppia dalle dinamiche impressionantemente somiglianti a quelle dei nostri contemporanei Kevin Spacey e Annette Bening in “American Beauty” (senza tuttavia la verve surreal-grottesca che fece la fortuna di quel ménage, e di quel film). Con ogni probabilità, Mendes non diventerà mai un Maestro, ma è furbo abbastanza per poter tranquillamente sopravvivere a testa alta a Hollywood: dirige benissimo gli attori, ha fiuto nella scelta dei copioni e sa osare più della media intingendo la materia del suo narrare in una necessaria sgradevolezza che fa giustamente a cazzotti con la scintillante fotografia anni ’50 di Roger Deakins. Simbolicamente ambientato nel periodo storico in cui la classe wasp iniziò a implodere di contraddizioni e conobbe l’infelicità dopo aver realizzato il proprio ruolo nella crudele società dei consumi, costringe lo spettatore a prendere parte alla disputa – tutt’altro che ombelicale ma notevolmente attuale – e a schierarsi con uno dei due protagonisti. Il malessere è calibrato per annidarsi sotto pelle con improvvise esplosioni innescate dal “fool” Michael Shannon, secondo una strategia della tensione cara a Mendes; grandi prove d’attore, ispirate ai classici americani anni ’50 e ’60, per Leonardo Di Caprio e Kate Winslet; quest’ultima, premiata col Golden Globe quale miglior attrice drammatica, è stata inconcepibilmente esclusa dalla cinquina delle candidate all’Oscar. Ricostruzione d’epoca un po’ manierata ma corretta.

Voto: 7+
bottepunciasa
00sabato 7 febbraio 2009 11:40
ok tutto quello che hai detto, gippu.
ma per verità dei fatti, devi anche dire che si tratta di uno dei film più angoscianti dell'universo pensabile. il film è fatto molto bene, ma è di un peso incredibile!
pensa che al cinema, alla proiezione a cui ho assistito, una tipa alla fine è svenuta!


ps: spettacolare la scena finale [SM=g27828]
Sig.Leonardodavinci
00lunedì 9 febbraio 2009 18:28
Io non ci vado.
Lettera F
00martedì 10 febbraio 2009 10:47
Re:
Sig.Leonardodavinci, 09/02/2009 18.28:

Io non ci vado.




io comunque ti ci mando.
Il Barman
00sabato 21 febbraio 2009 13:32
Re:
gippu, 05/02/2009 10.36:



intingendo la materia del suo narrare in una necessaria sgradevolezza



[SM=g27825]

In qualità di tuo Godfather, ti esorto a non intingere la materia del tuo scrivere in queste espressioni da critico.

gippu
00domenica 22 febbraio 2009 13:01
Re: Re:
Il Barman, 21/02/2009 13.32:



[SM=g27825]

In qualità di tuo Godfather, ti esorto a non intingere la materia del tuo scrivere in queste espressioni da critico.





Ohhhh no, mi piacciono troppo gli arzigogoli.
Sig.Leonardodavinci
00lunedì 23 febbraio 2009 12:52
Re: Re: Re:
gippu, 22/02/2009 13.01:




Ohhhh no, mi piacciono troppo gli arzigogoli.



A me quella frase piaceva. Interessante ma non oscura. I criticismi (forme assurde da critico) sono altri, e non so se G+ ne usi.

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