Personalmente trovo disgustosa la mercificazione del corpo femminile che la società -è innegabile- sta portando avanti.
Non è tanto una battaglia ideologica, ma la difesa elementare di un diritto sacrosanto alla dignità personale, inviolabile in quanto prerogativa
umana, lo scrivo in corsivo perché sia evidente, e NON esclusivamente femminile o maschile, ecco.
La dignità deve essere propria dell'uomo in quanto tale, perché altrimenti si rischia di andare incontro a discorsi che degenerano in una sorta di "femminismo di ritorno" (passatemi l'espressione), che arriva a giudicare determinante per l'emancipazione della donna una sorta di prevaricazione nei confronti del sesso "forte"... che tanto forte poi non è, mi sembra.
Naturalmente sono conscio che nessuno di coloro che sono intervenuti in questa discussione ha avanzato affermazioni di questo tipo, ma tant'è, mi sembrava giusto precisarlo.
Fatta questa debita premessa, mi sembra anche opportuno sottolineare che però, alla fine della fiera, ha ragione
nisi: queste povere veline/letterine/xxxxxine non vengono costrette con un fucile puntato a guadagnare consimili cifre con una fatica così marginale.
E no, non venitemi a raccontare che è colpa della società che impone un modello, perché non se ne può più di questa retorica similpolitica.
La società veicola un numero esorbitante di modelli, compreso quello esattamente opposto alla ragazza velina: c'è, come diceva qualcuno, Rita Levi Montalcini; c'è una serie di giornaliste di successo, che conducono programmi di informazione con scrupolo e attenzione e rivestono ruoli di spicco anche nella direzione della Tv pubblica; ci sono imprenditrici, dottoresse, scrittrici che si occupano con una certa frequenza di programmi di opinione pubblica, fornendo spesso punti di vista arguti e in ogni senso notevoli.
E poi, è ovvio, ci sono anche le veline, che costituiscono un abbassamento notevole della media: ma anche loro l'hanno scelto. E' la strada di minor fatica, credo, la strada che permette di risolvere nell'immediato un sacco di problemi.
Il fatto che una persona di intelligenza media lo consideri degradante non influisce sulla scelta di sballottare le proprie forme seminude su un bancone, perché quello stesso bancone è percepito come il trampolino di lancio per una vita di agi.
Parlandoci seriamente: una ragazza dotata di caratteristiche fisiche che le permettano una tale attività, vorrebbe davvero farsi il suo bel dottorato di laurea e andare a cercare uno straccio di lavoro di ricerca sottopagato?
E poi, è ovvio anche che il tutto dipenda dalla famosa
domanda: sì, è anche innegabile che il genere maschile non sembri talvolta essere in grado di apprezzare una trasmissione sprovvista di curve bene in vista.
Analogamente, ci terrei a far notare, negli ultimi tempi si è assistito a una proliferazione esponenziale di giovanotti palestrati -che pubblicizzano in gran parte profumi ma talvolta si spingono anche alla funzione di "valletto".
Insomma, mi pare che in conclusione questo mercimonio del corpo sia un dramma bisex, che investe entrambe le categorie umane.
Certamente il dramma femminile è più esteso e di più lunga data, ma io avanzerei l'ipotesi che il tutto non sia causato da una sorta di misoginia latente.
Provocatoriamente, del resto, non si potrebbe forse affermare che tutto sommato agli inizi del processo di "evoluzione" otto-novecentesca dell'umanità si è combattuto anche per abbattere le inibizioni della sfera sessuale, quelle che impedivano di mostrarsi in modo discinto?
E tale conquista non sembrava forse una via per la libertà?
Mi sembra strano e un pò incoerente affermare ora che è invece una sorta di prigione, una coattazione all'esercizio di professioni del genere.
E poi, altrettanto provocatoriamente, vorrei aggiungere che l'uguaglianza dei sessi mi sembra più vicina di quanto si creda: del resto, non siamo forse arrivati al primo signorinO-buonasera?
Forse, nel mio inguaribile ottimismo, mi fa piacere pensare che da questa sorta di baratro che abbiamo descritto, attraverso il
negativo che investe entrambi i sessi, si possa arrivare, in un futuro non troppo lontano, a una vera uguaglianza (ovviamente in
positivo) di uomini e donne.
Mah, forse è un'utopia.
Ora spero solo di essermi espresso chiaramente, dato che mi sono stufato di scrivere, ho mal di testa, non ho voglia di rileggere e ho sicuramente dimenticato qualcosa di determinante.
Se il mio pensiero sembra troppo delirante, probabilmente sarò in grado a mente fresca di restituire al mondo una visione un pò più precisa di ciò che mi passa per la testa.
willHole, sorrisoni^^