Anche quest'anno si raddoppia e vi tedio un'altra volta in pochi giorni.
Comincerei dai doverosi complimenti all'ottimo Freghieri. È raro che inizi dal disegnatore, ma davanti alle tavole di questo albo si rimane ad ammirarne la bellezza.
Non era scontato che si trovasse a suo agio con il Western classico, eppure vedendo il suo secondo lavoro pare esserci proprio portato
Basta guardare le due stupende donne...
Veniamo al racconto.
L'ho trovato un racconto con stampato il marchio di fabbrica di Ruju. E questo di solito mi fa andare di traverso la colazione.
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c'è il personaggio con un passato problematico, ci sono i flashback a ripetizione, c'è la ragazzina sempre sul punto della crisi isterica.
Però stavolta c'è una storia, che più classica non si può si potrà dire: la ricerca del malloppo di un criminale defunto.
La protagonista è la vedova che dopo essere stata vessata dal marito violento, si vede perseguitata da un cacciatore di taglie e dai suoi ex-complici.
In tutto questo si infila il nostro eroe, responsabile della dipartita del "gentiluomo".
A tal proposito mi pare buono il primo duello fatale al farabutto.
Nel proseguo della vicenda se da una parte c'è un po' di indulgenza nel mostrare la brutalità dei cattivi, la donna è invece un personaggio interessante, preoccupata solo per la figlia, ma capace di tenere testa ai malviventi.
E ad aiutarla c'è Tex che giunge sempre al momento giusto, come ci si può aspettare da lui.
L'ultimo pericolo è dato dal cacciatore di taglie che salvatosi in extremis sappiamo che tornerà alla fine.
Questo dà modo a Tex e alle due donne di andare alla ricerca del possibile tesoro e se il ritrovamento della mappa è l'idea che si trovi sott'acqua sono forse un po' fortunose, nel complesso fanno parte del gioco del racconto avventuroso.
Quando poi sembra tutto finito ecco il colpo di scena.
La vedova punta la pistola verso Tex nel tentativo di prendersi l'oro.
Fallito il tentativo rimane la chiusura.
Quel sacchetto lasciato sul tavolo è in fondo quanto ci si sarebbe aspettato da Tex?
Io direi di sì...
Insomma un racconto classico con effetti speciali assenti. Un Tex che porta giustizia, ma a suo modo e verso cui si prova empatia.
Se solo non si calcasse la mano con sentimentalismo e con gli immancabili "piccione" e "beccaccione" saremmo sulla buona strada.
Senonché anche riporre un albo senza aver avuto la tentazione di bruciarlo e senza stramaledire ogni due per tre gli autori è già un gran passo in avanti.
Per chi vuole rifarsi gli occhi per i disegni e per chi vuole leggere un'avventura con Tex presente, forse val la pena di fare un salto in edicola.