Tecnologia e magia hanno un nesso?

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rhuna.
00venerdì 19 febbraio 2010 11:42
è una domanda che è stata posta in un altro forum alla quale io non riesco a trovare un nesso e, sebbene sia convinta che Cordelo si metterà le mani nei capelli poichè già l'ho stressato per la stessa questione [SM=x69329] [SM=x69321] ...vorrei capire le analogie che voi riuscite a trovare...
Posto il significato del lemma:
"In greco tekhnologhia significa trattato, esposizione sistematica di una scienza, grammatica di una lingua, e deriva dall'unione delle parole tékhne che significa arte e logos che vuol dire discorso.
La parola italiana tecnologia deriva direttamente dal greco ed entra in uso ai primi dell'Ottocento con il senso di studio dei procedimenti di una determinata arte o industria. Poi, all'inizio del Novecento, prende anche il significato di studio dei procedimenti per la trasformazione di una materia prima in un prodotto industriale.
Tecnologia indica oggi la ricerca per la soluzione di problemi pratici legati alla produzione industriale e coinvolge numerose discipline"
che si possa partire dal fatto che non è uno studio finalizzato a sè stesso ma ad una trasformazione...come mi ha fatto notare Cordelo [SM=g27768] comunque, io non capisco...
il contatto con il divino che è implicito nella magia, quindi il linguaggio che viene “parlato” tra ciò che è “materia” e compete ai sensi umani e lo “Spirito”, passa attraverso ciò che si esprime negli elementi: fuoco, acqua, terra e aria (IMHO relativo alla sfera emozionale) e, come il contatto con gli stessi è soggettivo, allo stesso modo lo dovrebbe essere l'espressione...
...premesso questo mio pensiero che, magari, è già contorto di suo [SM=x69313]ed anche se comprendo la necessità di non dover praticare in balìa dei sentimenti estremi, il linguaggio che ci permette di operare la trasformazione magica può essere definito sistematico e/o tradotto in termini pratici adattabili ad ognuno?...che se non ho capito male è il fine della tecnologia [SM=g27774] ?
..o forse comprendo male i paragoni che devo fare all'interno del significato dei termini...da qualche parte mi son persa [SM=g27776]
Resmea
00sabato 20 febbraio 2010 00:10
Allora Rhuna, non sò se ho capito bene, tu vuoi sapere se pensiamo che sia possibile usare linguaggi e diciture comuni negli incanti e nei rituali, tipo formule prestabilite?
Perchè se è così, io non sono troppo convinta, perchè il paganesimo e quindi l'Arte vengono vissuti in modo troppo personale, e anche gli intenti per cui si opera sono così differenti e vari che magari ciò che si è prefissato non è totalmente appropriato.
Comunque aspetto tue maggiori spiegazioni! [SM=x69330]
rhuna.
00sabato 20 febbraio 2010 16:46
no Resmea [SM=g27768] , la domanda è proprio: quale nesso lega la tecnologia alla magia?
Questo è il titolo di un topic postato da altri che, non riuscendo a comprendere, mi ha messo in crisi [SM=g27774] chi ha risposto in quel topic ha colto subito il collegamento tra i due significati...io sono ancora qui che ci penso [SM=x69314]
Ho cercato di spiegare come paragono tecnologia a magia per capire se sbaglio proprio il modo in cui li confronto... [SM=g27776]
rhuna.
00lunedì 22 febbraio 2010 11:07
Ringrazio chi mi ha risposto in mp, vero che lo scopo potrebbe essere la conoscenza ma non l'ho considerata poichè cercavo qualcosa di pertinente esclusivamente alla tecnologia in riferimento alla magia.
Più che altro è il fine della tecnologia che mi porta, probabilmente, fuori strada:
studio dei procedimenti per la trasformazione di una materia prima in un prodotto industriale
...un prodotto industriale, quindi, da come io lo interpreto, in riferimento alla magia, una trasformazione che possa portare ad un'"operatività" sistematica e quindi praticabile indistintamente arrivando ad utilizzare un unico "linguaggio" valido per tutti.
Io credo (e forse è questo il mio errore) che ognuno di noi "parli" magicamente, utilizzando modalità differenti a seconda del proprio modo d'essere, dell'equilibrio raggiunto, della conoscenza acquisita...
Io non potrei spiegare a parole come mi rapporto al divino, premesso questo, non so se è la difficoltà espressiva ad invalidare una via comune o se effettivamente è la via stessa ad assumere connotati differenti e propendo per la seconda...
Quando leggo concetti che toccano in qualche modo il mio intuito aprendolo, consentendomi di apprendere ulteriore conoscenza, credo che, quelle stesse parole, in altri, non abbiano il medesimo potere e non solo perchè non sono pronti ad ascoltare...oppure, anche se fosse quello l'unico motivo, la stessa frase (quindi lo stesso linguaggio) verrebbe recepito in modi distinti...
...la discriminante è la conoscenza...ora ci sono arrivata, grazie [SM=x69324]
[SM=x69328] [SM=x69328] [SM=x69328]
o0°Lucetta_Streghetta°0o
00lunedì 24 maggio 2010 17:15
Parlando per me, sì, c'è un nesso [SM=x69319] . A livello spirituale potrei dire che entrambe sono magia, una fatta di preghiere e rituali, l'altra di microscopi, acceleratori di particelle, teoremi, modelli virtuali e trapianti-miracolo. Almeno, io la vedo così...
Phanes
00lunedì 28 giugno 2010 18:07
La tua riflessione non è peregrina. Il nesso c'è se si considera l'etimologia del termine, ma se si tiene conto dall'accezione corrente il nesso è labile.
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