è una domanda che è stata posta in un altro forum alla quale io non riesco a trovare un nesso e, sebbene sia convinta che Cordelo si metterà le mani nei capelli poichè già l'ho stressato per la stessa questione
...vorrei capire le analogie che voi riuscite a trovare...
Posto il significato del lemma:
"
In greco tekhnologhia significa trattato, esposizione sistematica di una scienza, grammatica di una lingua, e deriva dall'unione delle parole tékhne che significa arte e logos che vuol dire discorso.
La parola italiana tecnologia deriva direttamente dal greco ed entra in uso ai primi dell'Ottocento con il senso di studio dei procedimenti di una determinata arte o industria. Poi, all'inizio del Novecento, prende anche il significato di studio dei procedimenti per la trasformazione di una materia prima in un prodotto industriale.
Tecnologia indica oggi la ricerca per la soluzione di problemi pratici legati alla produzione industriale e coinvolge numerose discipline"
che si possa partire dal fatto che non è uno studio finalizzato a sè stesso ma ad una trasformazione...come mi ha fatto notare Cordelo
comunque, io non capisco...
il contatto con il divino che è implicito nella magia,
quindi il linguaggio che viene “parlato” tra ciò che è “materia” e compete ai sensi umani e lo “Spirito”, passa attraverso ciò che si esprime negli elementi: fuoco, acqua, terra e aria (IMHO relativo alla sfera emozionale) e, come il contatto con gli stessi è soggettivo, allo stesso modo lo dovrebbe essere l'espressione...
...premesso questo mio pensiero che, magari, è già contorto di suo
ed anche se comprendo la necessità di non dover praticare in balìa dei sentimenti estremi, il linguaggio che ci permette di operare la trasformazione magica può essere definito sistematico e/o tradotto in termini pratici adattabili ad ognuno?...che se non ho capito male è il fine della tecnologia
?
..o forse comprendo male i paragoni che devo fare all'interno del significato dei termini...da qualche parte mi son persa