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ti61no
00lunedì 14 aprile 2008 00:36
URAGANI:RADAR E MICROFONI NUOVE ARMI PER SCOPRIRLI

ROMA - La prossima estate ci sarà chi cercherà di ascoltarli e chi invece li seguirà con un nuovo sistema di radar. Un po' come i team di Formula 1, che d'inverno progettano e realizzano le nuove macchine, anche i cacciatori di uragani si stanno preparando alla nuova stagione mettendo a punto nuovi sistemi di monitoraggio. E stando alle prime previsioni ingegneri e metereologici potrebbero avere molto da fare, visto che l'università del Colorado afferma che la prossima stagione dei tornado almeno sull'Atlantico sarà 'molto sopra la media'. La stima degli esperti è stata presentata ad una conferenza internazionale di metereologia che si è tenuta alle Bahamas:"Le condizioni attuali di oceano e atmosfera indicano che avremo una stagione molto attiva sull'Atlantico - ha spiegato William Gray, della Colorado State University, che da 25 anni effettua previsioni sugli uragani - con almeno 15 tempeste 'con un nome' che si formeranno sull'Atlantico tra l'1 giugno e il 30 novembre".

Secondo i ricercatori, delle 15 tempeste otto diventeranno uragani, di cui quattro di forte intensità, mentre la media di lungo periodo è rispettivamente sei e due. La probabilità che uno dei grossi uragani si abbatta sugli Stati Uniti èdel 69%, mentre in totale si prevede una stagione del 160% maggiore della media, inferiore quindi a quella del 2005 che portò l'uragano Katrina che fu invece del 275% maggiore della media. Il dibattito tra gli scienziati se ci sia una correlazione tra il riscaldamento globale e gli uragani è ancora aperto, anche se la maggior parte delle ricerche concorda nell'affermare che a maggiore temperatura superficiale dell'acqua sia uno dei fattori che 'alimentano' la maggiore potenza delle tempeste. Tutti sono d'accordo però sulla necessità di monitorare questi eventi con sempre più precisione, un'attività che già oggi fa risparmiare agli Usa 2,5 miliardi di dollari l'anno, e due nuovi metodi sono stati presentati in questi giorni. Il primo è stato sviluppato dal Massachussets Institute of Technology, e consiste nell"ascoltaré la voce degli uragani per ricavare le informazioni. Lo studio, descritto sulla rivista Geophysical Research letters, ha esaminato con dei microfoni sottomarini il rumore prodotto dal passaggio dell'uragano sopra l'oceano, e ha elaborato un metodo per ricavare la velocità del vento dal suono prodotto sulle onde. La prova effettuata sull'uragano Gert che ha colpito Porto Rico nel 1999 e su altri negli anni successivi ha dato stime della potenza della tempesta distanti solo il 5% da quelle ottenute volando dentro gli uragani con un aereo.

"Ogni aereo per il monitoraggio costa 100 milioni di dollari - spiega Nicholas Makris, a capo del progetto - e un singolo volo ne costa 50mila. Questo metodo è più economico, e può essere usato anche da quei paesi, come quelli del Pacifico, che non possono permetterselo". Il sistema proposto dal Mit non è ancora stato adottato ufficialmente, mentre di sicuro il National Hurricane Center americano dalla prossima estate utilizzerà il Vortrac, un innovativo sistema che permette di misurare la velocità del vento e la pressione barometrica nell'occhio del ciclone, due fattori fondamentali per determinare la potenza dell'uragano, elaborando i dati dei radar costieri. Questo sistema, spiegano gli ideatori del Centro nazionale per le ricerche sull'atmosfera (Ncar) di Boulder, in Colorado, permette di avere una stima di queste misure ogni sei minuti, e poter quindi valutare improvvisi aumenti di potenza.
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