le apparizioni delle Ghiaie di Bonate

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purolator
00martedì 29 luglio 2008 19:27
Sabato, 1° dicembre 2007, andava in onda alle ore 21,10 su Rete 4, la trasmissione “Top Secret”, condotta da Claudio Brachino, intitolato “Fatima, l’ultimo mistero”.
Nell’ultima parte del programma, c’era uno special sulla “Fatima dimenticata”, che trattava sull’apparizione della Vergine a Ghiaie di Bonate in provincia di Bergamo, nel 1944.
Ma che cosa avrebbe avuto di tanto misterioso tale apparizione?

Ghiaie di Bonate si trova a una diecina di km da Bergamo, e proprio lì sarebbero avvenuti le 13 apparizioni della Madonna, dal sabato 13 maggio a mercoledì del 31 luglio del 1944, tutti alle ore 18, ad eccezione della 11^ avvenuta alle 18,32; della 12^ avvenuta alle 18,50; e della 13^ avvenuta alle 20,00.
La Madonna apparve ad una bambina di 7 anni, come aveva fatto a Fatima il 13 maggio 1917, durante la 1^ guerra mondiale, ora si ripeteva nello stesso giorno e mese e in piena 2^ guerra mondiale, lanciando i suoi messaggi di speranza e di pace.
Queste apparizioni che fecero accorrere in quel luogo migliaia di persone, avevano suscitato notevole allarme e preoccupazione nelle autorità fasciste ma soprattutto tra le autorità naziste, nella persona del capitano delle SS Fritz Langer, cattolico austriaco di stanza nel seminario di Bergamo. Queste ultime ricevettero l’ordine di smontare i fatti e di sequestrare la veggente di 7 anni. Perché tali apparizioni potevano deviare la gioventù italiana, strumentalizzandola e far dissolvere l’esercito della Repubblica Sociale italiana.
Inoltre c’era una profezia relativa alla fine della guerra entro tre mesi (si era nella primavera del 1944) , quindi favoriva il disfattismo.
Proprio per questo, secondo odierne testimonianze riservate e dossier segreti declassificati, di tale apparizione se ne interessarono certamente alcuni alti gerarchi nazisti, se non addirittura Hitler.
Di fatto, i nazisti ricevettero l’ordine di sorvegliare il luogo delle apparizioni, di smentire tutto quello che la veggente diceva, e quindi sequestrare e deportare la bambina. Pericolo che aumentò a seguito del fallito attentato a Hitler del 20 luglio 1944.
Da documenti ritrovati in archivi segreti, sappiamo che effettivamente due alti ufficiali nazisti si recarono dal sig. Verri dell’Italcementi di Bergamo e dal vescovo monsignor Bernareggi per sapere dove potevano trovare la bambina e poterla prelevare, ma furono depistati. Infatti le suore che custodivano la bambina la trasferiranno dal convento a un altro posto più sicuro.
Oggi poi sappiamo, sempre da documenti e testimonianze riservate, di un fatto alquanto misterioso: che mons. Bernareggi, il 31 maggio 1944, per motivi civili, politiche e militari, telefonava a don Cortesi e alla superiora delle suore affinché la bambina veggente riferisse alla Madonna che il Vescovo le ordinava di non comparire più a Ghiaie di Bonate. Oggi sappiamo che la bambina obbedì, e la Madonna (o chi c’era dietro tali apparizioni) acconsentì a non comparire più.

Questi i fatti accertati. Ma, facendo ricerche su giornali e riviste relativi a tali eventi, e in archivi riservati, sono emersi altri tre eventi che rivestono, secondo me, una certa importanza sugli eventi misteriosi di cui ci stiamo occupando, a cui lascio al lettore l’interpretazione dei seguenti tre avvenimenti che sono riuscito a portare alla luce.
1) Il primo avvenimento riguarda una strana scarcerazione avvenuta nel 1944.
Si tratta del prof. Cazzamalli, esperto occultista e membro della Società italiana di metapsichica, che era stato arrestato, con l’accusa di aver aiutato partigiani e prigionieri di guerra anglo-americani, con sua moglie a Premana (Valsassina) da militi delle SS nella notte del 7 maggio 1944. Veniva poi trasferito nelle carceri di Bergamo e in seguito rilasciato, alla fine di maggio, ufficialmente per insufficienza di prove.
Così si recava a Ghiaie di Bonate e vi arrivava in auto il 31 maggio 1944 verso le ore 16.
Oggi rimangono aperte le seguenti domande: chi fece scarcerare il prof. Cazzamalli? Quali erano le motivazioni? Quali compiti ebbe sul luogo delle apparizioni? Chi era il suo accompagnatore misterioso sull’auto? Quali credenziali aveva per compiere l’inchiesta sul luogo delle apparizioni, tanto da aver libero accesso sia dalla curia che dalle autorità naziste? Come mai nessuno gli impedì di avere libero accesso al convento di Gandino per studiare e visitare la veggente?

2) Il secondo avvenimento riguardano documenti ex nazisti relativi alle ricerche compiute da una sezione speciale delle SS, diretta dal generale Hans Kammler, della Amt C della "Wirtschaftsverwaltungshauptamt" (WVHA) o "Direzione Centrale dell'amministrazione e dell'economia", sotto la supervisione dell'SS-Obergruppenfuhrer Oswald Pohl, il quale doveva arrivare alla costruzione di particolari armi segrete, tipo laser, all'epoca chiamate "raggi della morte". Parallelamente vi lavorava anche "l'Istituto di ricerche scientifiche per scoppi militari" delle SS-Ahnenerbe; in poche parole dovevano riuscire a imbrigliare e a utilizzare l'energia primordiale.
Queste ricerche sull'antigravità e gli esperimenti erano diretti dal già citato generale Kammler che con la sua speciale èquipe si installò presso un vasto complesso industriale della Skoda in Cecoslovacchia. In quella base gli scienziati lavorarono con macchinari che all'epoca erano fantascientifici, come per esempio ad uno speciale apparato chiamato "la campana". Gli esperimenti avvennero in una miniera vicino al confine cecoslovacco. Veniva utilizzato una gran quantità di energia elettrica dove un dispositivo a forma di campana emetteva un alone di luminescenza bluastra. Ma avvenne un imprevisto: 5 scienziati morirono perché erano stati esposti all'apparecchio.
In pratica si stava sperimentando alcuni effetti antigravitazionali.
La suddetta campana aveva un'altezza di 2 metri; durante gli esperimenti, era rifornita ininterrottamente da una strana sostanza violacea simile al mercurio.
Tale metallo liquido era conservato in un recipiente con un involucro di piombo spesso 3 cm. Solo la campana sopravvisse ai molteplici esperimenti; mentre i sotterranei furono distrutti e ricostruiti più volte. Durante gli esperimenti, furono esposte piante e animali, come rane e topi, notando che gli stessi subivano prima un rapido indebolimento e poi sonno, intontimento e spasmi muscolari.
Sembrerebbe (il condizionale è sempre d'obbligo in certi avvenimenti ricostruiti dopo molti anni) che anche in Italia èquipe di scienziati delle SS abbiano realizzato alcuni laboratori per ricerche segrete.
A tal proposito bisogna dire che numerosi furono gli esperti italiani che all'epoca gli vennero richiesti consulenze di meccanica, aeronautica, elettronica e di radiocomunicazioni da parte delle autorità naziste. Si sa per certo che un'èquipe di scienziati tedeschi operò presso il centro ricerche aeronautiche di Guidonia, di Sesto Calende e di Vergiate della ditta Savoia-Marchetti, presso l'aeroporto friulano di Risano e di Aviano. In quest'ultima base si sa per certo che un'area segreta veniva utilizzata da uno speciale e segreto reparto di SS.
Inoltre alcuni esperimenti venivano compiuti, a detta di racconti di abitanti del posto, in un sofisticato laboratorio situato in una miniera nel nord-ovest italiano.
Qui avrebbe operato un'unità speciale delle SS-Ahnenerbe o dell'Amt C del WVHA dove avrebbero allestito uno speciale laboratorio all'interno di una miniera abbandonata per la coltivazione di strani cristalli. Infatti parecchi abitanti del luogo ricordano che effettivamente tra il 1944 e il 1945 videro tra i monti una gran quantità di lampi notturni e che mentre una colonna di camion tedesche era diretto verso Passio Resia, si strappò un telone che copriva uno di quei camion, rivelando delle enormi sfere di quarzo dal diametro di qualche metro. Tutti indizi che farebbero propendere per l'ipotesi che i nazisti stavano compiendo esperimenti segreti e innovativi anche qui in Italia, simili a quelli compiuti in Cecoslovacchia e forse ricollegabili con quei numerosi carteggi di Tesla trovati a Belgrado.

3) Non solo; i centri ricerche di Sesto Calende e di Vergiate della ditta Savoia-Marchetti avrebbero potuto nascondere i resti di una possibile nave spaziale lì custodita dopo un probabile crash e inizialmente studiata del reparto speciale di ricerca RS/33 della Regia Accademia d’Italia, dove i nazisti avrebbero potuto continuare alcune ricerche segrete. Ebbene, dando per scontata e veritiera tale fatto, si sarebbe potuta avere il seguente scenario: dopo il crash, un probabile pilota di tale velivolo spaziale avrebbe potuto sopravvivere, fino a giungere al 1944 quando avrebbe potuto essere alle origini di tali profezie date alla bambina-veggente di Ghiaie di Bonate, in quanto, viaggiatore spazio-temporale, poteva conoscere già la storia dell’umanità.
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